Dino Frontier, un Jurassic Park nel far west - Recensione

Un RTS in realtà virtuale: la recensione di Dino Frontier

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Cowboy & Aliens, controverso lungometraggio sci-fi con protagonisti Harrison Ford e Daniel Craig, deve aver evidentemente ispirato i ragazzi che compongono Uber Entertainment, team di sviluppo statunitense, già alle prese con la realtà virtuale con l'ottimo Wayward Sky, fautori del qui preso in esame Dino Frontier. Accompagnati alla porta gli extraterrestri rissosi, causa di tanto (inutile) baccano nel film diretto da Jon Favreau, la software house, mantenendo l’ambientazione del vecchio west, ha preferito coinvolgere gli animali più amati da qualsiasi nerd che si rispetti, i dinosauri, chiamati a svolgere il ruolo di stelle indiscusse, di campioni in una produzione a metà strada tra il gestionale e lo strategico in tempo reale, il tutto impepato dalle potenzialità uniche offerte dalla realtà virtuale.

Pubblicato esclusivamente su PlayStation 4, proprio per sfruttare i benefici del PlayStation VR, il gioco non può prescindere dall’utilizzo di due Move, periferiche tirate in ballo non solo per selezionare le voci del menù e gli edifici con cui interagire, ma soprattutto per sollevare e spostare, letteralmente, le unità da un punto all’altro della mappa.

[caption id="attachment_177310" align="aligncenter" width="600"]Dino Frontier screenshot I Move sono le periferiche perfette per prendere, letteralmente, le proprie unità e spostarle laddove più serve il loro intervento.[/caption]

Dino Frontier sceglie un approccio non troppo cavalcato dal genere di riferimento, forse necessario viste le relative possibilità, economiche e di tempo, del team di sviluppo, ma limitante e assimilabile a molte produzioni mobile o in quelle dove impera il (temuto) mantra “pay-to-win”.

Non ci sono mappe, né livelli da superare. L’intera avventura si limita ad un singolo scenario, veicolando una progressione pedissequamente scandita, fondamentalmente immutabile, identica a sé stessa indipendentemente dall’abilità del videogiocatore o dal suo desiderio di sperimentare. Micro-obiettivo dopo micro-obiettivo, si vede crescere il proprio accampamento con l’unica libertà concessa rappresentata dal numero di cittadini schierabili sul campo, tutti occupati nella raccolta di qualche materiale utile alla costruzione di nuovi edifici.

"Non ci sono mappe, né livelli da superare. L’intera avventura si limita ad un singolo scenario."

Non tardano a palesarsi, come era giusto che fosse, gruppi di malintenzionati decisi a radere al suolo il vostro centro cittadino, capitanati da un brutto ceffo che, naturalmente, avrete il compito di abbattere contando su truppe addestrate e armate sino ai denti, supportate proprio dai dinosauri citati nel titolo.

Affianco ai bravi cittadini che si affaticheranno a raccogliere le varie risorse, molto presto, grazie ad esche preposte al compito, potrete attirare, catturare ed ammaestrare alcuni esemplari di Triceratopo, Velociraptor, e così via, pronti a diventare membri più che attivi della comunità. Grazie alla loro forza e velocità sovrumana, vi torneranno utili sia per contrastare gli avversari, sia per racimolare con ancor più velocità le materie prime.

Purtroppo, il gioco, ancora una volta, mostra tutti i suoi limiti, impedendo all’utente di accogliere nel proprio accampamento più di un dinosauro per specie. La scelta, se ha il grande pregio di rendere ancor più fondamentale e strategico il loro utilizzo, dall’altro, oltre a spezzare l’entusiasmo, appiattisce il gameplay, rendendo scontato e prevedibile l’utilizzo che si può fare di queste unità speciali.

[caption id="attachment_177312" align="aligncenter" width="600"]Dino Frontier screenshot L’art design è davvero delizioso: colorato e soffice al punto giusto.[/caption]

Naturalmente, il comparto grafico, strepitosamente supportato da un art design piacevole e coloratissimo, gioca il suo ruolo tutt’altro che secondario grazie alla realtà virtuale. Abbandonare, una volta tanto, mouse e tastiera per scivolare da un punto all’altro della mappa con semplici movimenti della testa, regala un piacere inedito. Il sistema di controllo, dal canto suo, si rivela intuitivo e immediato grazie all’utilizzo degli accelerometri del Move.

Dino Frontier è un piacevole RTS, innovativo a modo suo grazie alla realtà virtuale, che purtroppo castra e limita la libertà del videogiocatore, inserito in un unico sentiero da seguire senza alcuna variazione sul percorso. Dall’inizio, sino all’epilogo della vicenda, si tratterà semplicemente di soddisfare una richiesta dopo l’altra, non potendo mai prendere realmente l’iniziativa, tanto più che l’unica mappa disponibile non è nemmeno particolarmente estesa.

Nonostante la progressione guidata, la produzione sa regalare gioia e divertimento, soprattutto ai neofiti del genere, che potranno iniziarsi agli strategici in tempo reale in un ambiente estremamente user friendly, accondiscendente, controllato e proprio per questo mai disorientante.

Dino Frontier, insomma, è l’esperienza perfetta se cercate un gioco in realtà virtuale che propone un’avventura soddisfacente, ma non troppo profonda; dai ritmi sostenuti, ma tutt’altro che longeva; facile da padroneggiare, ma poco adatta a chi cerca qualcosa di impegnativo.

[caption id="attachment_177311" align="aligncenter" width="600"]Dino Frontier screenshot Naturalmente non si corre alcun rischio di incappare nei sintomi della motion sickness. La scena, difatti, è totalmente immobile.[/caption]

Decidere di dare una chance al gioco, dipenderà molto dal vostro rapporto con il PlayStation VR. La realtà virtuale è certamente un valore aggiunto in termini di immersione e di interfaccia, ma Dino Frontier non rappresenta certo il classico gioco con cui potrete convincere amici e conoscenti della bontà dell’investimento effettuato per accaparrarvi un esemplare del visore di Sony. Ciononostante, regala sempre grandi gioie il ritrovarsi in un ambiente digitale che si espande tutto intorno a noi, pronto per essere modificato con le nostre stesse mani a colpi di Move. Se poi ci si aggiunge il carisma di “abitanti” particolari come i dinosauri, in molti saranno pronti a soprassedere su una progressione che nega il libero arbitrio.

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