Digimon Story: Cyber Sleuth, la recensione

Bandai Namco e Media.Vision portano su PS Vita e PlayStation 4 una nuova vventura a base di mostriciattoli: la recensione di Digimon Story: Cyber Sleuth

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Cosa succede se date in mano ad un brillante developer di giochi di ruolo giapponesi una forte licenza quale Digimon? Il risultato risponde al nome di Digimon Story: Cyber Sleuth, ad opera di Media.Vision, che prende palesemente ispirazione da serie quali Persona, Shin Megami Tensei e Pokémon, reinterpretando la formula che essi hanno alla base. Considerando che è stato il gioco realizzato per festeggiare i 15 anni dalla nascita del brand si tratta di una grande responsabilità: il team di sviluppo avrà saputo consegnare al grande pubblico un prodotto in grado di competere con i tanti, agguerriti concorrenti?

La componente narrativa mette in piedi un intreccio di tutto rispetto: il protagonista al centro delle vicende, il cui nome verrà rigorosamente scelto dal giocatore, è il tipico eroe taciturno che dopo una serie di sfortunati eventi viene trasformato in un essere composto interamente di dati binari. Per far sì che la coscienza torni nel suo reale corpo il giovane inizierà a collaborare con un’investigatrice privata, la bellissima e provocante Kyoko Kuremi, che approfitterà delle particolari circostanze anche per un proprio personalissimo tornaconto. Dietro ad un canovaccio solo all’apparenza scontato si nascondono in realtà sottotrame interessanti, capaci di mantenere alta l’attenzione del giocatore anche quando non si sta percorrendo la via tracciata dalla main quest. Le atmosfere allestite da Digimon Story: Cyber Sleuth ricorderanno ai più smaliziati quelle ricche di mistero del grande Persona 4, calate però in un contesto non più esoterico, bensì fantascientifico: se avete amato il capolavoro Atlus ritroverete qui una serie di elementi che di sicuro apprezzerete.

[caption id="attachment_150905" align="aligncenter" width="600"]Digimon Story: Cyber Sleuth screenshot Digimon Story: Cyber Sleuth - screenshot[/caption]

Acchiappali tutti non è uno slogan che si addice unicamente a Pokémon: anche nel titolo Media.Vision l’incentivo a catturare tutti i mostriciattoli che si incontreranno è molto alto, forse anche più che nelle creazioni di Game Freak. Il gameplay incentiva infatti il giocatore ad acciuffare, anche più volte, lo stesso esserino, per poi evolverlo e de-evolverlo ancora e ancora. Rispetto alla serie concorrente Digimon Story: Cyber Sleuth possiede degli alberi di evoluzione molto più ramificati e complessi, i quali vengono direttamente influenzati dalle singole statistiche; una scelta, quella portata avanti da questa serie, che dona un tocco di originalità e carattere al gameplay e che consente di prendere le dovute distanze dal colosso Nintendo.

"Acchiappali tutti non è uno slogan che si addice unicamente a Pokémon: anche nel titolo Media.Vision l’incentivo a catturare tutti i mostriciattoli che si incontreranno è molto alto, forse anche più che nelle creazioni di Game Freak"

Il sistema di combattimento è a turni rigidi, nei quale la frequenza e l’ordine degli attacchi è scandito dalla variabile velocità di ogni Digimon. Ad ogni match parteciperanno fino a tre mostriciattoli, più eventuali personaggi di supporto, ma questi potranno essere scambiati in qualsiasi momento con i restanti otto non attivi della squadra. Ogni Digimon possiede poi un tipo, virus, vaccino e dati, ed un elemento di appartenenza che andranno ad influenzare i moltiplicatori di danno: vien da sé che avere una squadra ben assortita sia fondamentale per uscire vincitori dagli scontri più impegnativi. In aiuto dei giocatori meno esperti troviamo le cosiddette Farm Island, luoghi in cui parcheggiare i nostri mostricciattoli in modo tale che ottengano automaticamente esperienza e, quindi, anche nuovi livelli, e avviare attività che consentiranno di individuare nuove quest secondarie, conquistare oggetti rari e migliorare abilità specifiche.

[caption id="attachment_150906" align="aligncenter" width="600"]Digimon Story: Cyber Sleuth screenshot Digimon Story: Cyber Sleuth - screenshot[/caption]

Seppur non possiedano lo stesso brillante design dei mostri tascabili Nintendo, i Digimon riescono comunque ad avere un proprio tratto distintivo, creando così un roster dai colori sgargianti e ricco di sfaccettature. Ciò che stupisce maggiormente giocando a Digimon Story: Cyber Sleuth è però la cura con cui il comparto visivo è stato realizzato. Il titolo di Media.Vision esibisce valori di produzione medio-alti, lo si può notare dall’ottimo lavoro di realizzazione ed animazione dei modelli poligonali, tutti curati sin nei più piccoli dettagli ed assolutamente fedeli alle controparti animate. Anche le ambientazioni godono di una discreta fattura, in particolar modo i dungeon collocati all’interno del mondo reale, mentre non colpiscono particolarmente le scene animate, talvolta troppo statiche e prive di mordente. Da segnalare l'assenza di un qualsiasi tipo di doppiaggio in lingua inglese: Bandai Namco ha infatti optato per mantenere le originali voci della versione giapponese, con tutti i pro e contro che ne derivano.

La produzione di Bandai Namco è molto meno profonda e vasta rispetto agli ultimi episodi della serie Pokémon, preferisce concentrarsi sulla narrazione e la semplice evoluzione dei mostriciattoli piuttosto che sul loro intensivo ed estenuante allenamento a suon di attributi e statistiche. Media.Vision però, dall’alto della sua decennale esperienza, è stata in grado di dar vita ad un piacevole JRPG che comunque possiede una sua ben precisa identità e che soprattutto è in grado di tenere incollato il giocatore per tutta la durata della main quest. Gradevole l’aggiunta del multiplayer online, elemento che arricchisce la longevità, mentre dispiace per la totale assenza dei sottotitoli in italiano e per scene d’intermezzo scarne e poco spettacolari. Digimon Story: Cyber Sleuth somiglia molto ai vari Persona e Shin Megami Tensei di Atlus e ciò, a nostro modesto parere, non è assolutamente un punto a suo sfavore.

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