Die!Die!Die!: Pezzo da collezione, la recensione
In Die!Die!Die!, lo sguardo acuto di Kirkman ci regala l'ennesimo spaccato sulle brutture della società contemporanea
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nell'estate 2018, in maniera del tutto inattesa, ha fatto il suo esordio Die!Die!Die!, l'ultima creazione di Robert Kirkman per Image Comics/Skybound. In questa nuova avventura, lo scrittore di Outcast è coadiuvato ai testi da Scott M. Gimple, sceneggiatore e produttore del serial TV di The Walking Dead, mentre ai disegni troviamo Chris Burnham (Batman Inc.), affiancato dal colorista Nathan Fairbairn. Grazie all’ottimo lavoro di saldaPress, abbiamo la possibilità di leggere tutti gli otto numeri della miniserie in un unico volume intitolato Pezzo da collezione.
Sin dalle prime battute, Die!Die!Die! si presenta come un prodotto estremo in grado di coniugare azione, splatter, spionaggio e teorie complottiste in un mix travolgente e di grande impatto. Ogni componente del racconto viene esasperata in maniera eccessiva, senza però risultare mai gratuita: la violenza – sia fisica che verbale – che caratterizza questo volume è sempre inserita all’interno di uno sviluppo ben articolato ed è funzionale a trasmetterci la cifra stilistica dell’opera: un film di 007 declinato in salsa pulp con ambientazioni e intrighi alla House of Cards.
"Un prodotto estremo in grado di coniugare azione, splatter, spionaggio e teorie complottiste in un mix travolgente e di grande impatto."Di primo acchito, il messaggio non appare così evidente, con Kirkman e Gimple che lo nascondono dietro i tantissimi colpi di scena disseminati negli otto capitoli. Mentre procediamo nella lettura assistiamo a continui stravolgimenti che modificano la verità percepita, la quale si mostra nella sua forma definitiva solo una volta raggiunto il finale. Il risultato è un’opera travolgente, che colpisce duro con il suo ritmo incalzante e senza concedere un attimo di tregua. Anche in questa nuova avventura editoriale, l’estro di Kirkman si mostra in tutta la sua grandezza con trovate ad effetto – vedi il dissacrante colpo di stato di Obama – che ci restituiscono la poliedricità di uno scrittore in grado di variare registro restando sempre un acuto osservatore della realtà quotidiana.
Incredibile il lavoro di Burnham. Sono evidenti i riferimenti dell’artista statunitense: su tutti, il grande Frank Quitely, ripreso tanto nel tratto pulito quanto nella costruzione della tavola; non mancano i momenti che richiamano il dinamismo di Juan José Ryp, in un connubio esplosivo. Tra sventramenti, ossa spezzate e scontri cruenti, si susseguono pagine ricche di dettagli in cui il disegnatore gioca con la griglia, si diverte a ricercare soluzioni originali e ci regala un’interpretazione precisa, espressiva e sempre personale.
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