Diabolik Anno LIII n. 12: Ricatto senza fine, la recensione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La sete inesauribile di nuovi bottini porta Diabolik a incrociare la strada del ricco Marco Burns e della sua notevole scorta di diamanti che protegge nel cuore della sua tenuta. Su questo vero e proprio tesoro però è finita l'attenzione non solo del Re del Terrore ma quella della figlia Manuela e di Alberto Logan , l'uomo di fiducia del miliardario. A scatenare gli eventi giunge la decisione di Burns di acquistare un castello e pagarlo in parte con le pietre preziose. Ognuno degli interessati come Diabolik e Logan deve impedire che ciò accada o fare in modo come Manuela, che non vengano a galla scomode e angoscianti verità.
Ottimo il soggetto di Mario Gomboli e Tito Faraci, un incastro di pochi pezzi ma scelti ed elaborati con la consueta cura e professionalità che fanno sembrare tutto così naturale. La sceneggiatura di Diego Cajelli è al pari essenziale, automatica quasi meccanica. Sono schemi e regole per un prodotto immediato e diretto, che si ripetono con precisione in questa testata, garantendone un'incredibile continuità che è palese nel seguito di cui Diabolik gode ancora oggi dopo più di cinquant'anni. Un successo che è anche merito dello stile sobrio e inconfondibile di Enzo Facciolo, il suo Diabolik è il nostro Diabolik.
Si parla di grosse novità per il 2014 in casa Astorina, si è curiosi di scoprirle e di vedere come tradizione e innovazione verranno coniugate per infondere nuova linfa a uno dei personaggi più amati del fumetto italiano.