Diabolik Anno LIII n. 1: Trappola per topi, la recensione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Puntuale, come a ogni inizio mese, arriva l'inedito di Diabolik, ma questo esordio del nuovo anno è un numero particolare, perché inaugura l'atteso rilancio con tante novità in casa Astorina, a partire dal copertinista fisso.
Se copertina e copertinista sono nuovi di zecca, il team creativo è quello dei più collaudati: al soggetto Mario Gomboli e Tito Faraci (autore anche della sceneggiatura), con Emanuele Barison, Giorgio Montorio e Luigi Merati a sei mani sulle tavole. Il risultato è un prodotto coerente con un livello qualitativo notevole. Trappola per topi è un racconto agile, essenziale, che incolla gli occhi alle vignette, pagina dopo pagina. Diabolik ed Eva preparano l'assalto a un furgone valori, un colpo davvero difficile per le massicce operazioni di sicurezza messe in atto dalla Protector, l'agenzia di polizia privata che ha la responsabilità del trasporto di una somma esorbitante di denaro, 20 milioni di euro. Quando il piano sembra svolgersi senza imprevisti, arriva una sgradita sorpresa che metterà con le spalle al muro il Re del Terrore, il quale dovrà cercare la collaborazione di un alleato imprevisto.
L'antieroe e la serie creati da Angela e Luciana Giussani cinquantadue anni fa hanno conservato il loro successo per oltre mezzo secolo, sapendosi rinnovare e riproporsi di volta in volta, proprio come in questo ultimo caso e garantendo sempre qualità editoriale e soprattutto mezz'ora di vera evasione ai suoi lettori. Egregio è il lavoro svolto dal direttore Mario Gomboli, e da un squadra eccellente di autori. La più grande scommessa vinta da Astorina dopo l'era Giussani è questa, aver mantenuto intatto il fascino di un personaggio irripetibile, riuscendo sempre a ridefinirlo non solo esteticamente e offrendo un fumetto davvero transgenerazionale.