Dexter: New Blood 1x10 “I peccati del padre”: la recensione

I peccati del padre segna la conclusione dell’esperimento Dexter: New Blood; è riuscito? Sì, ma con riserva

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Spoiler Alert
Dexter: New Blood 1x10 “I peccati del padre”: la recensione

Il problema di Dexter: New Blood è che avrebbe avuto bisogno di un po’ più di spazio per respirare. Sarebbero bastati un paio di episodi, facendo salire il conto a 12, quanti ce n’erano nelle stagioni precedenti. E invece, dopo aver costruito una tensione ai limiti dell’insostenibile per nove episodi, I peccati del padre la risolve nell’unico modo possibile, certo, ma anche con una certa fretta. Non c’è nulla che non vada nel season finale di Dexter: New Blood; ma c’è troppo poco, e il risultato è che un paio di passaggi narrativi decisivi (uno in particolare) arrivano di colpo, e senza le motivazioni sufficienti a farli stare in piedi.

Ci teniamo a sottolineare che ci stiamo lamentando di dettagli: vista come un unicum lungo dieci episodi, Dexter: New Blood è la miglior stagione di Dexter dai tempi di Trinity e il migliore dei ritorni possibili; non male per un progetto nato sostanzialmente per "retconnare" il finale dell’ottava stagione e chiudere in qualche modo il discorso su Dexter Morgan nel modo più soddisfacente possibile. Se avete seguito fin qui (e se non l’avete fatto cosa ci fate qui?), sapete già che il cuore dell’intera stagione è la presenza di un Harrison ormai adolescente, l’ultimo pezzo della vecchia vita di Dexter che era stato lasciato in sospeso, l’ultima parentesi non chiusa.

Dexter New Blood JimE quindi Dexter: New Blood aveva fin dall’inizio un unico vero traguardo: mettere a confronto, senza segreti o mezze verità, padre e figlio – e ovviamente il loro Dark Passenger. In L’attività di famiglia abbiamo assistito finalmente alla prima metà di questo confronto, che terminava su un’inaspettata nota di ottimismo e lasciava presagire grandi cose per il futuro della coppia padre-figlio. I peccati del padre è l’altra faccia della medaglia – oltre a essere ovviamente l’occasione per un altro confronto prevedibile fin dal primo episodio, quello tra Dexter e Angela.

Il problema di questo finale è che ciascuno di questi conflitti prende esattamente la traiettoria che ci si aspetta, senza sorprese, colpi di scena o rivelazioni. È tutto eseguito secondo logica, ma l’impressione è che certe soluzioni narrative siano figlie anche del fatto che la squadra autoriale ha pensato “di sicuro si aspettano questo”, e abbia puntato molto sulla capacità del pubblico di unire i puntini e trarre conclusioni. È difficile spiegarci meglio senza cadere nello spoiler esplicito, ma quando Harrison fa una certa cosa è impossibile rimanerne sorpresi; e anche se è chiaro perché l’ha fatto, rimane il dubbio che la sua scelta sia dettata più da esigenze narrative e di tempistiche che da una vera epifania – che avrebbe avuto invece bisogno, come dicevamo prima, di un altro paio di episodi per disvelarsi al meglio.

HyarrisonD’altra parte la piaga del penultimo episodio che è meglio dell’ultimo è un grande classico di questi anni, e Dexter: New Blood non ha avuto tempo di trovare una soluzione. Ribadiamo però che le nostre critiche rimangono tutto sommato benevole: un finale stiracchiato ma accettabile e sensato non può rovinare la meraviglia dei nove episodi precedenti, né il fatto che quella che poteva sembrare solo un’operazione nostalgia si sia rivelata invece la cosa migliore successa a Dexter Morgan dal 2013.

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