Dexter: New Blood 1x07 “La pelle sui suoi denti”: la recensione

Il settimo episodio di Dexter: New Blood, La pelle sui suoi denti, è come una pallina su un piano inclinato: ecco la nostra recensione

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Vi ricordate la teoria del piano inclinato di Chiedimi se sono felice? Dexter ha sempre funzionato così, e con La pelle sui suoi denti anche Dexter: New Blood si mette in riga. Era nell’aria da un paio di episodi, e il ritrovamento di quel cadavere in quella grotta che chiudeva quello precedente era la pistola di Cechov che ci aspettavamo sarebbe stata al centro di quello di questa settimana. È successo, ovviamente, grazie a una di quelle miracolose convergenze narrative che nel caso di Dexter non sembrano mai forzate, perché sono figlie di quella stessa teoria del caos che, pur non essendo mai citata esplicitamente, fa da metronomo alle avventure omicide del signor Morgan fin dal 2006.

Ci sono meno temi e meno riflessioni in La pelle sui suoi denti, e tanto del vecchio Dexter, quello che ancora non aveva la responsabilità di alcun essere umano se non sé stesso. Ovviamente il dualismo tra le sue due vite è parte integrante di Dexter: New Blood fin dal primo secondo; ma fin qui la bilancia della schizofrenia è sempre rimasta saldamente dal lato yin, e l’unica volta che Jim Lindsay ha ceduto alle tentazioni del fu Dexter Morgan ne è venuto fuori un casino che ha segnato l’intera prima metà della stagione.

Dexter New Blood Jim

Più passa il tempo e si accumulano i dettagli, però, più Dexter (e di conseguenza la serie) sta tornando alle vecchie abitudini. Al di là di ogni discorso sulla paternità, sull’eredità, il sangue, la memoria, e quindi sulla condizione di Harrison (un po’ assente da questo episodio, ma presente a sufficienza da lasciarci appesi a un cliffhanger in attesa che passi il Natale), La pelle sui suoi denti è l’episodio più francamente thriller di New Blood fino ad adesso. E quindi parla di altri temi cari al nostro serial killer e che finora erano stati solo sfiorati – uno su tutti l’importanza dei dettagli, la difficoltà molto pratica di nascondere un omicidio che è anche simbolo della difficoltà molto teorica e psicologica di cancellare il proprio passato e le proprie azioni per ripartire da zero, con la famigerata clean slate che è uno degli archetipi più ricorrenti di tutta la televisione americana degli ultimi vent’anni.

Il bello di Dexter: New Blood è che ci sta lentamente e inesorabilmente facendo notare che finora ci ha preso in giro; che la clean slate non esiste, che non importa quanto a fondo tu seppellisca un cadavere vero o ideale, quello ha sempre il vizio di tornare a galla prima o poi, magari anni dopo. E quindi il povero Jim Lindsay fu Dexter Morgan non può che venire travolto dall’inevitabilità di certi confronti, di certe scoperte e di certe verità nascoste. La pelle sui suoi denti è la puntata di New Blood che più di tutte finora ci parla di Dexter in quanto Dexter, e non in quanto padre di Harrison o compagno di Angela. Per fortuna quindi che Michael C. Hall è in una forma smagliante, come non lo vedevamo da un po’ e sicuramente come non l’avevamo visto nelle ultime stagioni della serie.

HarrisonE per fortuna anche che il vero antagonista, il killer da uccidere, sia Clancy Brown, da sempre caratterista gigantesco e che in New Blood sta raggiungendo vette che in Dexter erano state toccate solo da un altro fenomeno come John Lithgow (a proposito, grazie al settimo episodio per averci ricordato come mai Trinity fosse così spaventoso). Quella che sembrava una storia corale sta sempre di più focalizzandosi sull’inevitabile scontro tra due creature uguali e opposte.

L’unica differenza con il Dexter tradizionale è che il classico ruolo del bastone fra le ruote è stato affidato a Harrison, che però è qualcosa di più di un altro personaggio della serie – potrebbe essere l’erede di Dexter Morgan, colui che lo uccide, colui che ne viene ucciso, qualsiasi cosa vi venga in mente, ma sicuramente non solo un altro incidente di percorso. Ecco perché siamo doppiamente curiosi riguardo al finale: non abbiamo idea della direzione in cui andrà, e nessun esempio pregresso al quale appoggiarci.

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