Dexter: New Blood 1x06 “Troppi panini al tonno”: la recensione
Dexter: New Blood si prende un episodio per ricapitolare la situazione prima del rush finale: ecco la nostra recensione di Troppi panini al tonno
Il sesto episodio di una stagione da dieci si riconosce subito perché è quello dei recap diegetici, nel quale uno o più personaggi rispiegano da capo, grazie a una motivazione più o meno pretestuosa, la situazione per come si è sviluppata fin lì. Nel caso di Troppi panini al tonno, il sesto episodio di Dexter: New Blood, la scusa è lo psicologo che era già stato introdotto fuori scena nella puntata precedente. Finalmente padre e figlio si siedono insieme su un divano a discutere dei loro rispettivi traumi! È qui che Harrison snocciola una serie di considerazioni e riflessioni sulla sua adolescenza che, oltre a rinfrescarci la memoria, ci fanno esclamare con convinzione “è tutto suo padre!”.
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È ormai chiaro che Dexter: New Blood è una stagione – o forse una serie, visto il titolo diverso e i possibili sviluppi futuri – che parla di eredità e di passato. Che cosa passa da padre a figlio? Evitare il contatto diretto previene lo sviluppo di tendenze omicide in un soggetto a rischio? Se il passato ha avuto un certo effetto su Dexter, perché un passato ragionevolmente simile non può avere gli stessi effetti su Harrison? E tornando al nostro teorico protagonista, è possibile scappare definitivamente da quello che è stato, diventare pienamente Adriano Meis seppellendo per sempre Mattia Pascal?
La questione brucia i rapporti tra padre e figlio, ma è anche la stessa che si ritrova ad affrontare la comunità di Iron Lake. Il passato della famiglia Caldwell è sotto esame dall’inizio della stagione, e nel sesto episodio scopriamo un altro pezzo di quello di Angela Bishop. C’è più in generale l’impressione che l’intera città sia spaccata in due, da un lato i generici “vecchi”, che continuano a convivere con i fantasmi dei Natali passati, e dall’altro gli altrettanto generici “giovani”, Audrey in testa, che invece sognano il futuro e ce l’hanno quindi a morte con chi glielo sta rubando. E a maggior ragione quindi Dexter: New Blood è una serie su Harrison Morgan più che su Dexter: dei due, è lui quello che è ancora in tempo.
Dexter, invece, è sempre lui, e chi si immaginava che questa nuova stagione, questa nuova vita, potessero essere davvero il viatico verso una vita libera da omicidi continuerà a ricevere delusioni. È sempre lui e meno male, aggiungiamo noi. Perché il cambio di ambientazione, di tono e anche di temi è il benvenuto, e per ora sta contribuendo a svecchiare il protagonista e a fare di New Blood una bella e in parte inaspettata sorpresa. Dall’altro Dexter è sempre stata anche una serie su un serial killer vista dai suoi occhi, e un thriller nel quale una delle gioie ricorrenti è scoprire come farà il nostro eroe a non farsi beccare neanche questa volta.
E Troppi panini al tonno in questo senso continua a regalarci quei grandi momenti che non mancavano nei primi cinque episodi. Non fatevi troppo distrarre dalla filosofia: come la sua antenata, anche Dexter: New Blood è una serie stilosissima e ricca di soluzioni visive (e non solo: la colonna sonora della stagione è forse la migliore nella storia di Dexter) di grande impatto, belle per il gusto di essere belle, belle perché è bello guardare le cose belle. È ancora Dexter, insomma. Con più rimorsi e più scrupoli, ma sempre la stessa, adorabile sete di sangue. Mancano quattro puntate alla fine, e già non vediamo l’ora di scoprire se ce ne saranno altre – di stagioni, ovviamente.