Devil May Cry 5 è accondiscendente, strafottente e divertente – Recensione
Devil May Cry 5 riporta in auge un altro franchise storico di Capcom, con un capitolo che seduce i fan della saga e contemporaneamente guarda al futuro: la recensione
L'intreccio narrativo di Devil May Cry 5 non è esattamente il suo punto forte (verrebbe da chiedersi in quale momento lo possa essere stato durante la serie) anche perché sfrutta diversi salti nella linea temporale per raccontare vicende che accadono in parallelo, prima o dopo, in rapporti ai tre protagonisti citati. Se è poco importante, o soddisfacente, ciò che succede tra uno scontro e l'altro, di ben altra risma è il come. In fondo, queste produzioni non si chiamano stylish action a caso, e di stile il gioco ne ha da vendere. In primis dai personaggi, Dante e Nero li conosciamo, due lati della stessa medaglia, cacciatori di demoni tutto stile e sbruffoneria, mentre di ben altra risma è V. Tra i nuovi personaggi (ma non giocabile) anche Nico, deliziosa e perfettamente caratterizzata spalla iniziale di Nero, dotata di un pulmino in grado di raggiungere qualsiasi punto del mondo.
V è longilineo, vestito sempre di nero, fascinoso, cammina con un bastone, parla sempre in modo molto pacato e combatte con il supporto di Shadow, Griffin e Nightmare (tre demoni provenienti dall'immaginario della serie). Il suo è un personaggio molto interessante, legato anche ad uno snodo narrativo, così come intrigante è il suo gameplay. Come detto, V non combatte, rimanendo alla distanza ma subendo ovviamente i colpi nemici. Controlla invece Griffin e Shadow, il corrispettivo degli attacchi rispettivamente a distanza ed in mischia degli altri personaggi, con la possibilità di evocare Nightmare, una volta riempito il Devil Trigger, il quale attaccherà da solo per breve tempo. La particolarità è che dovrà essere V a dare sempre il colpo di grazia ai nemici. Un totale cambio di passo rispetto a Nero e Dante che, sebbene sulla carta possa risultare piacevole, a conti fatti risulta fin da subito fin troppo caotico e poco rifinito rispetto al moveset dei suoi alleati. Sebbene sia possibile sbloccare combo e tecniche aggiuntive, il più delle volte per il caos a schermo e la poca leggibilità (nonché la fondamentale impossibilità di controllare i movimenti delle creature) dell'azione si finisce per premere quasi i tasti a caso.
[caption id="attachment_194092" align="aligncenter" width="1280"] Nico è la spalla di Nero, ma non solo[/caption]
Il secondo, mattatore della serie, anche in Devil May Cry 5 fa sempre la sua bella figura, nonostante gli anni siano passati anche per lui, con tanto di barbetta incolta. Il cacciatore di demoni può fare affidamento sui quattro stili di combattimento Trickster, Royal Guard, Gunslinger e Swordsman, i quali danno accesso a mosse speciali come, rispettivamente, uno scatto, un contrattacco, una sventagliata di armi da fuoco, un attacco ad. Il tutto mentre Dante può cambiare anche durante le combo le armi da fuoco e quelle da mischia. Gli affezionati della serie troveranno in lui il personaggio più versatile, nonché affine con la storia del sistema di combattimento di Devil May Cry. Da questo mosaico viene fuori una produzione molto tecnica, con la possibilità di comprare nuove mosse ed ovviamente potenziarle. Un combo system dalle sfumature molto raffinate, da padroneggiare nella modalità Vuoto, un training mode di un picchiaduro (di quelli più sofisticati, per altro) infilato in uno stylish action, con output dei danni, lo schema della pressione dei comandi e la possibilità di registrare gli input degli avversari o donargli direttamente l’intelligenza artificiale.
Sebbene Devil May Cry 5 faccia di tutto per far sentire a casa i giocatori di vecchia data, grazie a piccoli trucchetti come i suoni dei menu originali, un video riassuntivo della saga (che liquida in fretta l’apocrifo Devil May Cry 2) e una carrellata di altri personaggi noti come Lady e Trish, questo quinto episodio della serie è la base su cui ripartire per il futuro, tra tradizione e innovazione, anche grazie ad un comparto tecnico che dimostra quanto ormai il RE Engine sia affidabile per gli sviluppatori di Capcom. La modellazione dei volti è affascinante, così come le loro animazioni, per non parlare in generale della resa estetica e tecnica, tra effetti di luce, particellari, e una solidità in termini di frame rate inaspettata anche su console standard. L’unica nota stonata nella direzione artistica riguarda il design dei nemici e degli ambienti, a volte troppo anonimi e per niente ispirati.