[Destiny] La Recensione [I]

Ecco la nostra prima recensione di Destiny

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Si avvicina la conclusione del nostro coverage di Destiny, il nuovo titolo di Bungie pubblicato lo scorso nove settembre. Qui sotto trovate la prima recensione del gioco e, nei prossimi giorni, pubblicheremo una seconda opinione a cura di Giacomo Quadrio.

Ecco gli altri articoli dedicati a Destiny che abbiamo pubblicato in queste settimane di prova:

Approcciarsi alla recensione di un titolo come Destiny è sempre difficile. Da un lato è impossibile prescindere dal contesto, dall’altro bisognerebbe dare a Bungie l’opportunità di essere giudicata come un qualsiasi altro sviluppatore.

Quando investi 500 milioni di dollari e lavori per più di cinque anni su un solo progetto, però, siamo decisamente fuori dall’ordinario e, per questo motivo, anche i canoni di noi giornalisti non possono essere quelli normali.

Destiny Marte

Destiny è un progetto maestoso, modellato con maestria da uno dei team più talentuosi del panorama videoludico, tuttavia, dopo averci passato dentro due settimane buone chi scrive ha ancora la sensazione di non aver capito il gioco fino in fondo. Destiny è costruito alla perfezione per dare l’idea di star vivendo una grande avventura, tuttavia, nel corso delle nostre peregrinazioni sulla Terra, su Marte, sulla Luna e su Venere, abbiamo sempre avuto la sensazione che mancasse qualcosa, che Destiny, alla fin fine, sia un’ottima idea ma che, nonostante tutto, la sua realizzazione non sia stata del tutto perfetta. Bungie ha provato a prendere il meglio degli FPS, inserendoci all’interno le dinamiche di looting e crescita del personaggio tipiche dei giochi di ruolo come Diablo e, infine, ha creato un’infrastruttura online che permettesse una sorta di componente multiplayer “leggera”, quasi impercettibile, ma capace di rendere il giocatore un ingranaggio di vicende cosmiche molto più grandi di lui.

Queste tre componenti sono tutte di altissimo livello e, come sempre, Bungie non delude quando si tratta di creare scenari evocativi, tuttavia qualcosa non funziona fino in fondo. Destiny ricorda la

"Destiny è un progetto maestoso, modellato con maestria da uno dei team più talentuosi del panorama videoludico"

sensazione che si prova quando, dopo aver acquistato un’auto nuova, immediatamente percepiamo un rumorino che ci disturba. Si tratta di un ticchettio da niente, quasi impercettibile, ma noi sappiamo che c’è. E ci fa impazzire.

Ecco, Destiny, nonostante le sue dimensioni titaniche, ha tutta una serie di rumorini quasi impercettibili ma fastidiosi. La trama principale ha pochi momenti davvero epici e, soprattutto, sembra volgere a una grandiosità che, però, non arriva mai; allo stesso modo la struttura stessa del gioco, dopo le prime ore, si ripiega su se stessa, diventando una sequela non troppo emozionante di schermaglie e scontri con i boss. Inoltre, il sistema di checkpoint è quasi sadico, costringendo a rifare più e più volte le stesse sezioni dei livelli, rendendo l’avanzata tanto estenuante quanto poco godibile. Il sistema di matchmaking, invece, funziona davvero bene e, quando non stiamo giocando con i nostri amici, possiamo affrontare l’avventura con commilitoni sconosciuti senza praticamente nessuna fatica: Bungie ha sfruttato tutta la sua esperienza nella scrittura del netcode e la stabilità del gioco, fin dai primissimi (e affollati) giorni, lo dimostra.

Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.

destiny banner

Parafrasando il Manzoni, Destiny, ad oggi, è un progetto molto difficile da giudicare: quello che abbiamo fra le mani, di certo, non è tutto quello che Bungie ha in mente per il suo nuovo gioco e, non a caso, lo studio e Activision hanno ripetuto più volte che Destiny ha un arco temporale di dieci anni. Nonostante tutto, però, al momento non possiamo promuovere l’opera di Bungie a pienissimi voti; in Destiny l’ambizione del team di sviluppo di scontra con i limiti tecnici dati dalla necessità di uscire sia sulle console di vecchia generazione che su Playstation 4 e Xbo

"Destiny non è un punto d’arrivo"

x One nonché con un’idea di base molto difficile da rendere alla perfezione. Alla fine, dunque, dopo anni di attesa, test, anteprime e indiscrezioni, abbiamo scoperto che Destiny non è un punto d’arrivo ma, al massimo, rappresenta il campo base per quello che Bungie vorrà creare nel futuro, i creatori di Halo non potevano scegliere un titolo migliore, in Destiny è racchiuso il fato del team ma, guardando le cose da una prospettiva più ampia, il gioco rappresenta anche il primo, vero tentativo di staccarsi dalla rigida codifica dei generi nata e cresciuta con la lunga stagione di Xbox 360 e Playstation 3, in questo senso il progetto di Bungie mostra il primo vero spiraglio di come potrebbero essere i giochi del futuro ma, al tempo stesso, non riesce ancora ad abbandonare del tutto i pesi e gli stilemi del passato.

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