Destiny 2, meglio del primo capitolo, come il primo capitolo - Recensione

La visione originale di Bungie si fa più concreta, ma non ancora perfetta: la recensione di Destiny 2

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Destiny, Destiny 2, quello che Destiny avrebbe dovuto essere. Su di un ipotetico asse che descrive la completezza delle produzioni du Bungie si va, attraverso l'aggiunta di elementi di gameplay, di sostanza ludica, di godibilità dello sparo, di profondità della storia, di pienezza del lore, verso una indefinibile perfezione, perché il Destiny perfetto, quello probabilmente più vicino alle intenzioni degli sviluppatori, è irreale, è un'astrazione che il giocatore inevitabilmente realizza nel momento in cui affonda i denti nel pane videoludico della serie Bungie, in maniera vorace, lo azzanna con piacere, impiega anche un certo tempo a finirlo, salvo poi rimanere comunque con la voglia di altro ancora. Di un gusto più intenso, di una punta di esotico, di sapori che oltre a essere percepiti dai sensi hanno anche un valore storico, culturale. E' l'appagamento totale che ricerca, è invece scosso da piccoli brividi di frustrazione, perché Destiny 2 sistema molti dei problemi del suo predecessore, ma non è ancora l'opera solidissima, colossale, spettacolare, profonda che può piacere a ogni giocatore e che segna un prima ed un dopo.

Nel suo essere FPS Destiny 2 non teme nessuno, fin quando si rimane nello strettissimo ordine delle basi del genere, ovvero la potenza, la varietà, il valore ludico dello sparo, gli elementi necessari per descriverne il divertimento che esso provoca. Lo scheletro del gameplay del gioco di Bungie è una delle migliori declinazioni dello scontro a fuoco in prima persona, di quella roba che quelli che ne sanno chiamano gunplay, che noi ignoranti chiamiamo arrapamento da sparo. Ogni colpo è un piccolo brivido, stavolta di soddisfazione, è una nota di una sinfonia di morte e distruzione eseguibile attraverso una vasta serie di strumenti (non tutti pienamente esaltanti, a dire il vero) rispetto alla quale il giocatore si ritrova a brevissimo giro assuefatto. Non è solo il roboare delle bocche da fuoco, è anche la fisicità dell'impatto dei proiettili, che non vanno semplicemente a segno, ma timbrano, fanno barcollare, devastano, anche al netto di hit box fin troppo generosi persino per un FPS col pad.

[caption id="attachment_177620" align="aligncenter" width="1920"]Destiny 2 screenshot Se fosse solo armi e paesaggi Destiny 2 sarebbe un capolavoro assoluto[/caption]

La struttura nella quale tale estremamente soddisfacente modello di sparo è inserito non vi corrisponde per qualità. Bungie ha lavorato nel mettere rimedio ai principali difetti del primo capitolo, vi è riuscita solo parzialmente, non ha messo le pezze, ma nemmeno è riuscita a proporre una campagna in singolo pienamente, né è riuscita a infondere nel gioco il fascino di un background narrativo che purtroppo va ancora studiato per la sua maggior parte altrove, o ancora a raccontare una storia particolarmente appassionante. La campagna di Destiny 2, ovvero la risoluzione della più grande mancanza del suo predecessore, la immaginavamo più spettacolare, più emozionante, avevamo anche avvertito potesse esserlo, nei suoi primi momenti, ma ci siamo ritrovati privati dell'iniziale entusiasmo nella sua parte centrale, salvo poi riacquistarne un po' nel finale. Un'altalena, tra alti e bassi, sulla quale ci si dondola comunque divertendosi, vista la bontà del gameplay, ma senza esaltazione.

"La campagna di Destiny 2 è un'altalena, tra alti e bassi, sulla quale ci si dondola comunque divertendosi, vista la bontà del gameplay, ma senza esaltazione"Ciò non significa comunque che Destiny 2 sia produzione poco godibile in solitaria, tutt'altro. E' la mole di contenuti che stimola il giocatore, perché accanto alla campagna ci sono le Avventure e le Imprese, vere e proprie missioni secondarie che hanno senso e storia, di apprezzabile durata. Ecco quindi come il modo migliore per giocare da soli sia alternare Avventure e missioni della campagna: ci si ritroverà magari più volte negli stessi posti, ma l'esperienza di gioco ne beneficerà enormemente in profondità, il godimento ricavato dall'ottenimento di nuove armi e pezzi di equipaggiamento, la qualità della storia e le vicende dei personaggi incontrati, la varietà di situazioni, le tracce di lore, nascoste anche in piccole linee di dialogo, tutto si amplificherà. E d'altronde sarebbe criminale spararsi la storia della Guerra Rossa tutto d'un fiato, ignorando quanto gli sviluppatori si sono sforzati di inserire per far divertire i giocatori poco avvezzi al multiplayer organizzato.

[caption id="attachment_177622" align="aligncenter" width="1920"]Destiny 2 screenshot La fattoria sarà l'hub social per la durata della campagna[/caption]

Per tutti gli altri, ovvero coloro ai quali piace gettarsi in compagnia all'interno delle furiose sparatorie, sperando di ottenere equipaggiamento di sempre maggiore qualità, ambendo ai meravigliosi e letali oggetti esotici, la situazione è leggermente diversa. Le varie mappe che compongono il mondo di Destiny 2 (non un open world, ma diverse zone di differenti pianeti) sono disseminate di eventi pubblici (spesso però troppo rapidi), le Avventure sono affrontabili in più giocatori, tornano gli Assalti (simili alle Avventure, ma ai quali si accede fuori dalle mappe, con tanto di graditissimo matchmaking) e i Cala la Notte (versioni più impegnative degli Assalti, senza matchmaking) ed è già disponibile la prima Incursione (anche queste senza matchmaking), ma messi insieme non offrono comunque una quantità di contenuti tale da rendere il gioco stimolante sul lungo periodo. Vale la pena impegnarsi sempre nelle stesse attività per ottenere un'arma con un punto di attacco in più? Soprattutto quando, e questo è un difetto dell'intera produzione, queste sono troppo facili?

Certo, c'è sempre il Crucibolo, ovvero la modalità PvP, ma sfigura in un gioco del 2017: poche mappe, modalità poco stuzzicanti, tra le quali è inoltre impossibile scegliere, l'assenza di bilanciamento, visto che i valori delle armi non vengono livellati (sognatevi di giocare quindi se non avete prima raggiunto quasi i valori massimi per il vostro personaggio) ne fanno più un diversivo, che una degna opzione di gioco, in maniera persino paradossale, vista l'importanza di organizzazione all'interno delle partite, di strategia; allo stato attuale il Crucibolo sembra davvero essere per pochi. L'endgame quindi, quanto può essere fatto a campagna (Avventure e Imprese) concluse, lascia a desiderare.

[caption id="attachment_177621" align="aligncenter" width="1920"]Destiny 2 screenshot Il Viaggiatore, ancora enigmatico, anche se...[/caption]

E' questa la natura dai due volti di Destiny 2, una produzione comunque di qualità ben superiore rispetto a quella che l'ha preceduta, rispetto alla quale fa generalmente meglio praticamente tutto, ma non sensibilmente, che può bearsi di una base ludica strepitosa, ma che non riesce a costruirvi attorno una struttura di uguale bellezza, che nonostante la sua natura di videogioco con un mondo condiviso risulta paradossalmente più fruibile e godibile per il giocatore solitario che per quello compagnone. Solo sulla magnifica direzione artistica, sulla bellezza tecnica e su una colonna sonora sorprendente in senso buono non c'è nulla da eccepire; per il resto la nuova opera di Bungie rimane un fulgido esempio di FPS, ma al quale mancano le caratteristiche proprie del capolavoro. Ovvero meglio del primo capitolo, ma anche esattamente come il primo capitolo.

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