Desolation Club vol. 1: Nuovo mondo antico, la recensione
Desolation Club mette in scena un universo narrativo sorprendente, ma sospende la vicenda proprio mentre sta decollando
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Un giorno, la gravità terrestre è svanita completamente dal mondo di Desolation Club. La maggior parte degli esseri umani, degli animali e degli oggetti ha cominciato a levitare senza speranza oltre l'atmosfera. Dopo 500 anni, i sopravvissuti a questa catastrofe planetaria vivono in uno scenario apocalittico.
La vicenda comincia presentando un affascinante futuro distopico: ormai ne abbiamo visti in abbondanza, quindi è sempre più difficile sorprenderci, ma Lorenzo Palloni costruisce un universo narrativo che riesce nell'intento. Ci ha ricordato un po' Alita e un po' Metropolis (più quello di Rintaro che la versione originale di Fritz Lang) con la sua evidente disparità tra chi fruga tra le macerie, per curiosità o per necessità, e chi invece osserva tutti dall'alto con la puzza sotto il naso.
I disegni di Vittoria Macioci sono freschi e accattivanti, animano un mondo che deve apparire desolato - come il titolo richiede - arricchendolo di elementi e creature intriganti. I protagonisti sembrano mutanti, ognuno con una particolarità che li distingue dagli umani a cui siamo abituati: tra occhi sporgenti, denti appuntiti e chiome colorate, dovrebbe essere facile distinguerli, invece inizialmente finiscono per confondersi tra la folla e si fatica ad avere chiara la composizione del cast. La situazione migliora notevolmente una volta che il gruppo parte e si allontana dalla civiltà; ci vuole un po', ma tra un abbraccio, uno sguardo e un gesto, gradualmente la loro umanità emerge e finiamo per sentirci davvero coinvolti dalla loro avventura.
"È sempre più difficile sorprenderci, ma Lorenzo Palloni costruisce un universo narrativo che riesce nell'intento."Da questo punto di vista sono particolarmente efficaci le sequenze mute: quando le parole scompaiono, lasciano spazio a una narrazione delicata che trasmette al meglio i preparativi per il viaggio, il brivido dell'esplorazione e la preoccupazione per la sorte di un compagno ferito.
Nuovo mondo antico è il primo dei due volumi che compongono Desolation Club: una suddivisione che non gioca a favore della storia, visto che la rende sospesa proprio quando è sul punto di ingranare. I personaggi cominciano il loro viaggio e ci troviamo al cospetto di quella che sembra essere a tutti gli effetti una vicenda on the road: godersela in un'unica soluzione avrebbe probabilmente giovato alla sua fruizione, soprattutto perché Palloni si prende tutto il tempo per mettere in scena la vicenda.
Non stiamo parlando di una serie lunga, ma neanche delle ormai diffuse trilogie in cartonati alla francese: perché dunque non aspettare e proporre tutto Desolation Club una volta completato sotto forma di graphic novel, formato che trova sempre più spazio sui nostri scaffali?
Detto ciò, se le premesse narrative ci rendono più che ottimisti in attesa del finale, dal punto di vista estetico abbiamo scoperto un'artista - qui alle prese con il suo primo fumetto lungo - in grado di conquistarci con uno stile cartoony e graffiante al tempo stesso.