Designated Survivor 1×08 “The Results”: la recensione

La nostra recensione dell'ottavo episodio di Designated Survivor, intitolato The Results

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Spoiler Alert
A partire dalla prossima settimana, a quanto sembra, gli Stati Uniti avranno nuovamente un Congresso: dopo l'attacco terroristico contro il Campidoglio, il popolo americano viene infatti chiamato nuovamente a votare i propri rappresentanti, ma dato che stiamo parlando di Designated Survivor e in questa serie nulla è mai semplice, quello che dovrebbe essere la normale espressione della volontà popolare, si trasforma in un nuovo incubo per Tom Kirkman. Quello che sembrava infatti solo un'allarme per una strana influenza che cominciava a dilagarsi nel paese si rivela invece essere un attacco terroristico biologico ai danni di alcuni scrutinatori che avrebbero dovuto lavorare nei seggi elettorali.
Cosa dovrebbe quindi fare il Presidente? Dovrebbe rimandare le elezioni per la salvaguardia dei cittadini o non dovrebbe permettere che una nuova, terribile, minaccia di mettere in ginocchio il paese?
Kirkman ascolta ovviamente le opinioni ed i consigli delle persone più fidate, ma alla fine la decisione verrà presa più rapidamente del previsto quando sentirà in televisione la dichiarazione della figlia della prima ed unica vittima di questo ennesimo attacco al cuore della democrazia, una maestra che ha sempre creduto nel suo incarico civico e che per una vita ha lavorato nei seggi elettorali, un discorso che farà comprendere al nuovo Presidente l'importanza del momento e si tradurrà in un sentito appello al popolo americano sulla necessità - proprio come dopo l'attacco dell'11 settembre - di non avere paura e di non permettere che questo sentimento metta a rischio il regolare svolgersi delle elezioni. Così Tom, insieme alla moglie, si recherà a votare, trovando però, con grande delusione di tutti, un seggio praticamente vuoto. Ma il dispiacere iniziale si trasformerà presto in una vittoria, quando - poche ore dopo - davanti ai seggi del paese cominceranno a formarsi file chilometriche di cittadini che hanno risposto all'accorato appello del loro Presidente e hanno deciso di imitarlo, il che - se ci concedete l'osservazione - in un paese in cui il problema dell'astensionismo è particolarmente grave, suona terribilmente come una dichiarazione politica.

Altrove, l'indagine di Hannah Wells e Jason Atwood si fa sempre più complicata. Come sappiamo dalla scorsa puntata, il figlio di Jason è stato rapito e l'uomo diventa uno strumento nelle mani dei suoi ricattatori, ma a quale scopo? In un notevole colpo di scena, il vicedirettore dell'FBI viene infatti costretto a confessare l'omicidio, tramite avvelenamento, del nemico pubblico numero uno: Majid Nassar, la cui morte diventa tra l'altro di pubblico dominio ed il tutto senza che Hannah riesca a fare nulla, pur sapendo che Jason, grazie ad un'indicazione che lui stesso le dà, è sotto ricatto. Quando poi Hannah è sul punto di incontrare Aaron Shore, il quale le riferirà della confessione di Jason, riceve un misterioso SMS che le dice di non parlare con Aaron di quanto sa, la donna decide di seguire le istruzioni, ma stanca di essere usata come una pedina da mani sconosciute, con l'aiuto di un informatico della CIA, riuscirà a risalire al numero della persona che l'ha messa in guardia e le chiederà di incontrarla. La donna rifiuterà categoricamente, ma darà ad Hannah un nuovo misterioso indizio, dicendole di controllare cosa sia avvenuto alle 23:14.

L'altra sorpresa della puntata? Peter MacLeish non è il cattivo soggetto che sembrava fino ad ora, si scopre infatti che - proprio come Jason Atwood - è stato costretto a fare quello che ha fatto dalla stessa donna che ha rapito il figlio del vicedirettore dell'FBI e da chi, ovviamente, si nasconde dietro di lei. Chi è quindi il vero nemico da cui tutti guardarsi?

La non sorpresa della puntata? Il caso della paternità di Leo Kirkman si chiude con la notizia che Tom è il vero padre del ragazzo, come prova un indiscutibile un test del DNA. Tra i temi principali di cui si occupa questa serie che sono, come abbiamo sempre specificato, quello del racconto della vita politica del nuovo Presidente, dell'indagine sull'attentato e della vita  familiare di Tom, quest'ultimo continua ad essere quello meno interessante, nonostante i tentativi degli autori di lanciare qualche palla curva al pubblico per rendere più piccante il racconto.

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La prima stagione di Designated Survivor tornerà negli Stati Uniti sulla ABC, mercoledì prossimo con il penultimo episodio prima della pausa natalizia.

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