Designated Survivor 1x05 "The Mission": la recensione

La nostra recensione del quinto episodio di Designated Survivor, intitolato The Mission

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Spoiler Alert
Che Tom Kirkman sia una brava persona è stato chiaro sin dall'episodio pilota della serie, come è cristallino che sia un uomo che non agisce in base all'impulso, non per nulla nel ruolo di Presidente e nonostante la pressione dell'esercito, ha impiegato ben cinque episodi per decidere di agire nei confronti del presunto responsabile dell'atto terroristico che è costato la vita a tutti i rappresentanti del Governo. Ma in The Mission gli autori hanno forse spinto questa sua caratteristica un po' troppo all'estremo. E' comprensibile che, per una persona non abituata a farlo, sia difficile assistere in diretta ad un'operazione militare, rendendosi conto di essere stato colui che ha mandato quelle persone potenzialmente a morire, ma la reazione di Kirkman di fronte alla moglie alla notizia della morte del leader della squadra di Navy Seal incaricata di catturare il loro obiettivo è decisamente ridicola. Più che ingenuo, il neo Presidente sembra un po' uno sciocco quando, tutto contrito, porta sulle proprie spalle il peso della responsabilità della morte del comandante Clark, soprattutto perché il comandante stesso aveva avvisato Kirkman della pericolosità dell'azione che stavano per compiere. Fino a che punto poteva quindi Tom credere che le cose andassero lisce e nessuno pagasse le conseguenze della sua decisione? Fino a che punto gli autori possono continuare a "giocare" con l'ingenuità del personaggio senza farlo apparire sciocco, più che sensibile? Se Kirkman non imparerà a separare la sua morale di persona dal lavoro che sta facendo, non riuscirà mai ad essere un buon leader. Per quanto dura possa sembrare l'affermazione, la realtà è che un buon medico non può perdere tempo a versare lacrime sul paziente a cui deve salvare la vita operandolo, perché il paziente morirebbe e, nello stesso modo, Tom deve capire che il ruolo che ha accettato comporta decisioni difficili e che possono anche andare contro la sua morale di uomo, ma che tuttavia debbono essere prese. La guerra non è un gioco, quanto credibile è, quindi, che la morte di uno di quei soldati gli risultasse tanto inaspettata?

Sul fronte "cospirazione" invece, lo show continua ad offrire interessanti sorprese, Hannah scopre infatti che MacLeish è una minaccia per la sicurezza del paese, il fatto che il deputato sia infatti stato ritrovato vivo, non è affatto una coincidenza, perché l'uomo, al momento dell'esplosione, si era in realtà rifugiato in una particolare stanza del palazzo che era stata da poco rinnovata e trasformata, di fatto, in una sorta di rifugio per proteggere una persona da un evento catastrofico come quello che ha distrutto Capitol Hill. Non solo, l'agente - che riferisce la scoperta al suo capo e amico Jason - scopre anche che tutti gli operai che avevano lavorato al progetto di ristrutturazione di quella stanza sono morti in circostanze sospette. Ma di chi possono fidarsi adesso? Come possono essere sicuri che lo stesso Kirkman non sia parte della cospirazione che ha ucciso il Presidente e tutti i membri del Governo? Perché MacLeish è stato risparmiato e soprattutto la deputata Hookstraten è davvero una minaccia come sembra o finirà per rivelarsi solo una dura, ma onesta, opponente politica?

Altra storyline che indubbiamente esploderà a breve, anche se nell'episodio di oggi ne abbiamo avuto solo un accenno, è quella dedicata a Alex Kirkman. La donna ha infatti apparentemente mentito al marito circa la possibilità che Leo sia suo figlio, il cui padre naturale sarebbe invece un ex di Alex, attualmente in prigione, che va vantandosi con tutti di avere un figlio alla Casa Bianca. L'unico problema di questa trama è la sua prevedibilità, il pubblico infatti ricorderà che Alex deve un favore alla deputata Hookstraten e siamo piuttosto certi che la donna finirà per usare questa cosa contro Alex approfittando dello scandalo che si profila all'orizzonte quando questa notizia diventerà di dominio pubblico, mettendo a repentaglio la presidenza di Tom.

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