Designated Survivor 1x04 "The Enemy": la recensione

La nostra recensione del quarto episodio di Designated Survivor, intitolato The Enemy

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E venne il giorno in cui Tom Kirkman vestì i panni del vero POTUS.

Quale cambiamento in soli quattro episodi! Se questa serie era responsabile di causare qualche forma di frustrazione per il fatto che il protagonista non sembrava ancora rendersi conto di dover usare, in alcune circostanze, il pugno di ferro necessario a ridare l'equilibrio perduto al paese, in The Enemy è evidente per il Presidente Kirkman ha imparato che la via diplomatica non  sempre è quella giusta e ha cominciato a tirare fuori gli artigli non solo con il generale Cochrane, l'unico con il quale si è scontrato sin dall'inizio della serie, ma anche con chiunque metta a repentaglio il suo ruolo.

Approfittando dell'intervista andata in onda nell'episodio della scorsa settimana, infatti, il Governatore del Michigan, Royce ha deciso di usarla come perfetta scusa per continuare nella sua assurda guerra razziale contro i Musulmani andando contro gli ordini di Tom. Nonostante ciò, Kirkman continua a cercare con lui la via diplomatica, mentre il Governatore vorrebbe impedire ad un folto gruppo di cittadini americani musulmani di protestare contro la polizia che ha ripreso a perseguitarli, accettando la proposta di Emily di recarsi in Michigan per monitorare la situazione. Quando però l'aereo atterra nello Stato, Royce mette in chiaro con la neo eletta Consigliera Speciale del Presidente di non riconoscere la sua autorità, né quella del suo capo.
L'idea che il governatore di uno Stato possa avere in mano un simile potere e mettere a repentaglio la sicurezza di un'intera nazione che fatica a riprendersi dallo shock di quanto avvenuto solo poche settimane prima, è davvero spaventosa e Kirkman comincia a temere seriamente che non reagire con forza nei confronti della azioni dell'indisciplinato Royce, possa creare un pericoloso precedente e possa soprattutto essere percepito come un segno di debolezza da parte sua. Così, nonostante solo poche settimane prima avesse escluso categoricamente l'idea, Tom usa le maniere forti e decide di far intervenire l'esercito avvalendosi dei suoi poteri presidenziali, in modo che la guardia nazionale riprenda il controllo di quanto sta avvenendo in Michigan. Tuttavia - in un ulteriore colpo di scena - il generale Munoz si rifiuta di obbedire ad un ordine diretto e appoggia il Governatore. Sarà Emily a salvare la situazione, grazie ad uno stratagemma, infatti, la donna riuscirà a convincere Royce a salire con lei sull'aereo per incontrarsi finalmente con il nuovo Presidente del quale, durante il viaggio verso la capitale, decanta largamente le qualità umane. La stessa Emily verrà però colta alla sprovvista quando, ad accoglierla a Washington D.C., sarà Tom stesso il quale non esiterà a mettere il Governatore agli arresti per alto tradimento. Nonostante il suo senso di giustizia sia rinfrescante, la sensazione è che la Emily di Italia Ricci sia forse il personaggio più stereotipato della serie e che sia la classica rappresentazione della brava ed ingenua ragazza che crede nei sani principi americani e rimane sconcertata dal fatto che Kirkman prenda una decisione tanto drastica come quella di arrestare  Royce. Sebbene il personaggio serva a controbilanciare in qualche modo quello di Aaron, è difficile credere che una persona che naviga da anni nella vita politica della capitale del paese possa essere davvero così ingenua e pura.

Risolta questa crisi, le emergenze non sono comunque finite. Il Presidente, infatti, si rifiuta ancora di attaccare l'Algeria, dove il responsabile dell'attacco contro Capitol Hill, secondo il video rilasciato la scorsa settimana, è stato rintracciato e questo perché l'agente americano che ne ha localizzato l'ubicazione è prigioniero dello stesso Nassir. Kirkman decide così di darsi 12 ore per provare una via diplomatica e tentare di salvare l'agente prima di autorizzare l'attacco, ma quando il generale Cochrane - andando contro il suo diretto ordine - comincia a preparare l'attacco prima che le 12 ore siano scadute, Tom non ci pensa due volte a licenziarlo, prima di trovarsi costretto a ordinare comunque il bombardamento del rifugio del terrorista, appena ricevuta la conferma della morte dell'agente. Se Cochrane e Munoz, entrambi generali, sono la rappresentazione delle forze armate del paese, Tom probabilmente ha un problema più grande di quello che non pensi, considerato il modo con cui entrambi si rifiutano di sottostare ai suoi ordini.

Note sparse:
- Alex, la neo First Lady, commette il più sciocco degli errori quando, per aiutare qualcun altro, chiede l'intervento della Hookstraten, la quale - ovviamente - sottolinea che così le sarà debitrice di un favore;
- Aaron e Emily continuano a flirtare spudoratamente;
- Nonostante la pista su MacLeish, l'unico superstite dell'attentato, sembrasse non portare a nulla, Hannah riceve una telefonata anonima che la rimette in moto sulle tracce del deputato;
- Seth viene nominato nuovo portavoce per la stampa.

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