Designated Survivor 1×02 “The First Day”: la recensione

La nostra recensione del secondo episodio di Designated Survivor, intitolato The First Day

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Spoiler Alert
Non era facile mantenere alti standard e aspettative di una première così ben riuscita, ma Designated Survivor ci è riuscito, con un secondo episodio intenso e ricco di emotività.

Nonostante lo shock di Tom Kirkman di ritrovarsi Presiedente dal giorno alla notte non sia passato, sarà molto presto evidente come l'uomo non abbia tempo per elaborarlo, poiché i problemi che deve affrontare nel suo nuovo ruolo sono molti e pressanti. Se c'è una cosa in cui gli autori sono riusciti ad eccellere con "The First Day," è proprio la descrizione di quanto complessa sia la vita politica, spesso fatta di scelte diplomatiche e prudenti, quando - in realtà - quello che si vorrebbe davvero fare è rispondere con tutta la forza che si ha in corpo.

Questo è esattamente ciò che deve aver sentito Tom quando viene apertamente ignorato dal Governatore del Michigan in merito alla gestione della crisi che il paese sta vivendo: il Michigan, infatti, che conta la comunità musulmana più numerosa degli Stati Uniti, si trova - di fatto - in uno stato di polizia, con le forze dell'ordine che arrestano cittadini americani di origini arabe senza alcuna valida motivazione, con lo scopo di difendere la popolazione da un possibile ulteriore attacco. Il Governatore Royce è completamente sordo ai tentavi di Kirkman di convincerlo a desistere dall'uso della violenza e si rifiuta di intervenire presso la polizia del suo stato per calmare le acque, dicendogli chiaramente di non riconoscerlo nemmeno come suo Presidente e mettendolo di fronte ad un bivio: usare le maniere forti o cercare una soluzione diplomatica per risolvere il problema. La cosa più frustrante nel guardare questo episodio è probabilmente proprio quella latente sensazione che il designato Tom Kirkman possa non essere all'altezza del gravoso compito che è stato chiamato a compiere, come se - da spettatori - ci si debba arrendere all'evidenza che non ci si trova di fronte a un nuovo Jack Bauer, un uomo d'azione, ma ad una persona tendenzialmente mite, abituata ai complessi meccanismi della vita politica della capitale del paese. E sarà infatti proprio grazie ad un trucco che Kirkman riuscirà a risolvere la delicata crisi con il Governatore Royce.

Nonostante quindi il momento sembri richiedere la presenza di un uomo d'azione al comando di un dilaniato paese, non è detto che agire sia la soluzione migliore. Tom Kirkman sarà anche un politico, ma di sicuro non è un codardo e sa come far valere il proprio pensiero, cosa che cominciamo a vedere già da questo secondo episodio, soprattutto quando il Presidente affronta il Generale Cochrane (Kevin R. McNally), rifiutandosi di dare il via ad un attacco missilistico contro un altro paese sulla base di scarne ed imprecise informazioni. Kirkman non è un ingenuo, si rende conto che il popolo americano ha bisogno di risposte e di dare un volto alle persone che hanno, così pesantemente, attaccato la loro sovranità, ma non per questo è disposto a dare il via ad una guerra senza avere la certezza che il suo obiettivo sia davvero il responsabile dell'attentato che ha spazzato via ogni rappresentante del Governo in un atroce attentato.

Tutti sembrano brancolare nel buio e soprattutto sembrano avere dei secondi fini, il Generale Cochrane, la deputata repubblicana Kimble Hookstraten (Virginia Madsen) che, nonostante un atteggiamento apparentemente conciliante, è nella posizione di prendere il posto di Tom nel caso in cui venisse destituito e lo stesso Aaron Shore (Adan Canto), il quale punta alla posizione di Capo dello Staff presidenziale, ragione per cui evita di prendere apertamente le parti del Presidente o di Cochrane, che vorrebbe Kirkman lontano mille miglia dalla Casa Bianca. La pressione è elevata, eppure il mite Tom, con i suoi spessi occhiali ed il suo saldo senso della famiglia, non sembra cedervi: sarà sufficiente questo a fare di lui non solo un buon Presidente, ma il Presidente di cui L'America ha bisogno in un momento di tale crisi, soprattutto quando - come sembra insinuare l'agente dell'FBI Hannah Wells (Maggie Q) - la minaccia potrebbe provenire proprio dall'interno del paese stesso?

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