Descender vol. 1: Stelle di latta, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Descender, nuova serie fantascientifica creata da Jeff Lemire e Dustin Nguyen, e pubblicata in Italia da BAO Publishing
Tutto inizia in un universo futuristico, composto da tantissimi mondi diversi in pace tra loro in quello che viene definito come Consiglio Galattico Unito (GCU): la società intergalattica che ci viene presentata è praticamente un'utopia divenuta realtà, dove molteplici specie e razze vivono pacificamente, servendosi del fondamentale ausilio delle Intelligenze Artificiali, che svolgono i più disparati compiti al fine di garantire l'ordine.
Dopo un salto temporale di un decennio, la nostra storia riprende su un piccolo pianeta minerario, sul quale un bambino si risveglia. Questo non è un bambino come gli altri, ma un robot, chiamato TIM-21. Dopo il risveglio, il protagonista apprende subito di essere rimasto solo, e che tutti coloro che facevamo parte della sua quotidianità sono periti a causa di un incidente, eccezion fatta per il suo "cane-robot" Bandit. Scopriamo che TIM appartiene a una linea di robot da compagnia, modelli creati per assistere un nucleo familiare e supervisionare la crescita della prole di questo: in poche parole, si tratta di un'Intelligenza Artificiale in grado di empatizzare con le forme di vita basate sul carbonio, un robot in grado di provare sentimenti. Apparentemente, però, TIM-21 è in qualche modo legato a un misterioso codice che lo accomuna in maniera misteriosa ai Mietitori. Ben presto, lo stesso dottor Quon (il suo creatore) si metterà sulle sue tracce, assieme ad alcuni membri del CGU, o di quello che ne rimane in un universo che ha visto la sua popolazione drasticamente decimata. A dare la caccia a TIM-21 vi saranno anche un misterioso gruppo di criminali spaziali, i Riparatori, i quali vogliono catturare il robot per fini ben poco nobili. Sarà da questa "caccia al robot" che prenderà il via una serie di eventi che sveleranno tanti misteri, solo per poi presentarcene altri, in una trama ad ampio respiro, che, proprio sul finale del primo volume, intitolato Stelle di latta, fornirà al lettore un'incredibile twist narrativo.
Parlando di questo titolo, va riconosciuto grande merito allo sceneggiatore Jeff Lemire, per almeno due ragioni su tutte: in primo luogo, l'artista canadese si è dimostrato capace di creare, letteralmente, un vero e proprio universo narrativo, composto da svariati pianeti, ognuno precisamente caratterizzato, e altrettante forme di vita. Qualsiasi opera di fantascienza con un'ambientazione cosmica non può prescindere da questo. Inoltre, grande e appassionato impegno è stato profuso nella creazione dei personaggi, ognuno con una specifica attitudine e un preciso ruolo nell'ambio di questo moderno "space drama", il protagonista su tutti: TIM-21 è sì un robot, ma prima di tutto un bambino, una giovane creatura che ha perso tutti coloro che amava e che lo amavano, che si trova praticamente da solo in una galassia crepuscolare e cattiva, braccato da tutte le parti. Il personaggio saprà entrare nel cuore del lettore con grandissima facilità, poiché in possesso di alcuni di quegli elementi costitutivi di tanti personaggi che sono stati sicuramente fonte d'ispirazione nella sua creazione, E.T. l'extra-terrestre su tutti.
Un artista come Dustin Nguyen non ha certo bisogno di presentazioni, essendo diventato un vero e proprio disegnatore cult per tantissimi fan, grazie a uno stile di disegno davvero unico, che mischia il cartoony a un tratto orientaleggiante. Nguyen è rinomato, tra le altre cose, per aver dato vita ai personaggi del fumetto DC Comics intitolato Lil' Gotham, che altro non sono che le versioni "baby" dei principali eroi della suddetta casa editrice, da Superman, a Batman, a Wonder Woman: dato anche in Discender il protagonista ha le fattezze di un bambino, è facile immaginare quale sarà il risultato finale della sua arte. Inoltre, in questo fumetto, l'artista dimostra una consistente evoluzione del suo stile, grazie a una costruzione più dinamica e a tratti quasi sperimentale dello storytelling, e a una cura particolare dedicata ai dettagli delle varie location cosmiche entro le quali la storia si svolge. Ancora, Nguyen si occupa, in questa serie, anche dei colori, riuscendo a fare davvero magie con la tavolozza, infondendo ulteriore dinamismo e carica emozionale con le sue scelte cromatiche. Descender è decisamente un piacere per gli occhi, è un dato di fatto.
In conclusione, il genere fantascientifico, specie quella parte di questo definito come space opera, ha prodotto alcune delle opere artistiche, a fumetti e non, più memorabili dell'arte visiva moderna. Forse è un po' presto per poter asserire con certezza che Descender potrà essere annoverato, negli anni, assieme ad altri titoli roboanti di genere, ma, in questo inizio, le potenzialità ci sono tutte.