Defiance 1x01 "Pilot": la recensione

L'attesa serie di Syfy: un western fantascientifico che strizza l'occhio a Firefly...

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Viaggiando nel cosmo alla ricerca di una nuova terra per gli orfani di Battlestar Galactica, Syfy si imbatte in Defiance, ambiziosa ed attesa serie fantascientifica con un ampio lavoro di ricostruzione alle spalle e tante speranze per il futuro. Purtroppo il lungo pilot andato in onda ci consegna un lavoro riuscito a metà, in cui il vasto e comunque apprezzabile lavoro di costruzione di una mitologia adeguata si perde in una serie di cliché e soluzioni già viste. Risultato è un punto di partenza certamente non insufficiente ma nemmeno coinvolgente quanto era lecito attendersi.

Ideato per integrarsi perfettamente con un universo che sfocia nell'intrattenimento videoludico (qui la scheda su BadGames), Defiance muove a partire da una premessa apocalittica che vede il nostro pianeta prima invaso da una forza aliena (che nel suo insieme si chiama Votans ma al suo interno contiene varie razze) e poi colpito, in seguito ad un incidente, da un forzato processo di terraformazione che ne ha ribaltato gli equilibri. In seguito a questi avvenimenti ben otto diverse razze intelligenti (sette aliene più la nostra) si troveranno necessariamente a dover convivere e a raggiungere, loro malgrado, uno stato di pacificazione. Particolare universo all'interno di quello più vasto del pianeta è quello rappresentato dalla colonia di Defiance, in cui Nolan e la sua figlia adottiva Irisa verranno catapultati imparando a conoscere – e noi con loro – le usanze del luogo.

Un prologo decisamente ben riuscito nel presentarci su scala planetaria gli avvenimenti lascia dunque dopo pochi minuti il campo ad uno scenario ben più ristretto e contenuto rispetto alle sensazioni iniziali. Apocalisse e tentativo di costruzione di un nuovo ordine sociale dunque, uno scenario non nuovo e che ha in Revolution e Terra Nova le sue più recenti manifestazioni. Fortunatamente, tanto da un punto di vista qualitativo quanto nella narrazione stessa, il resto dell'episodio tende ad allontanarsi da questi sfortunati punti di riferimento per andare a recuperare un immaginario western che traspare dalla presenza di alcune figure (dallo sceriffo al sindaco), all'architettura locale, agli abiti e che strizza in più di un'occasione l'occhio a Firefly (che a sua volta doveva più di qualcosa a serie animate come Cowboy Bebop o Trigun).

Per il resto la presentazione di ogni personaggio è anche la presentazione della razza alla quale appartiene, e bisogna dire che qui la serie ha fatto un buon lavoro nel costruire un, seppur finora non molto approfondito (ma ci sarà tempo), accenno di mitologia. Va un pò meno bene nel momento in cui i rappresentanti delle varie razze si trovano ad interagire e si rivelano come variazioni sul tema di una serie di stereotipi visti più e più volte (uno di questi, quello del dottore un pò strafottente ma molto preparato, è ricalcato proprio su un personaggio di Battlestar Galactica). Idem per le varie situazioni presentate, davvero poco originali al punto che quasi ogni svolta può essere prevista con largo anticipo. Il cast funziona solo a tratti: svettano gli interpreti dei due albini Castithan (curiosità: il loro linguaggio è stato creato dallo stesso sviluppatore di quello Dothraki in Game of Thrones), deludono parecchio gli interpreti teen del cast. Un pò Sherlock Holmes, un pò Han Solo, il protagonista Nolan risolve agilmente un caso di omicidio e guida la difesa (CGI nel complesso accettabile, anche da questo punto di vista Terra Nova è lontano) contro l'invasione della razza più ostile delle otto (a conti fatti molto meno temibile di quanto il resto della puntata vorrebbe farci credere, vista la facilità con cui viene respinta). Solito irrinunciabile climax finale che dovrebbe spingerci a proseguire la visione. Titoli di coda.

In sostanza un prodotto onesto, sufficiente, che ha il coraggio e l'intelligenza di comprendere che costruire una buona mitologia è fondamentale, ma a cui manca quello scatto nella costruzione di una storia che valga la pena vedere.

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