Defenders: La miglior difesa, la recensione
Defenders: La miglior difesa mantiene viva la tradizione dei Difensori originali proiettandoli nel futuro dell'Universo Marvel
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo alcuni anni in cui il loro nome è stato utilizzato per indicare gli eroi Marvel protagonisti delle serie Netflix, tornano i Defenders originali. Sul finire dello scorso anno, la Casa delle Idee ha infatti lanciato il progetto Best Defense, volto a celebrare la sua non-squadra per eccellenza, creata nel 1971 da Roy Thomas e Ross Andru. L’iniziativa si compone di cinque one-shot firmati da differenti team creativi, i quali sono stati raccolti da Panini Marvel Italia in un cartonato per le fumetterie.
Al Ewing (New Avengers) e Simone Di Meo (Old Man Logan) sono gli autori di Immortal Hulk: The Best Defense #1; Chip Zdarsky (Howard the Duck) e Carlos Magno (Amazing Fantasy) firmano Namor: The Best Defense #1; Gerry Duggan (Deadpool) e Greg Smallwood (Moon Knight) sono gli artefici di Doctor Strange: The Best Defense #1; Jason Latour (Spider-Gwen) è l’autore completo di Silver Surfer: The Best Defense #1. Infine, tocca ancora a Ewing, coadiuvato da Joe Bennett (Immortal Hulk), chiudere l'operazione con Defenders: The Best Defense #1.
"Una saga coesa, ricca di sfumature e impregnata di tradizione Marvel."Defenders: La miglior difesa omaggia il passato dei suoi protagonisti con un'avventura che li proietta nel futuro dell'Universo Marvel. L’attento lavoro degli sceneggiatori fa sì che le figure che popolano questa storia restino fedeli alla loro versione originale senza intaccare lo sviluppo portato avanti dalle pubblicazioni che le hanno viste protagoniste. Il parallelismo tra il passato e il presente viene sottolineato dalla riproposizione di alcune vignette tratte da episodi classici, in particolare nei capitoli dedicati al Gigante di Giada e al Re di Atlantide.
Nonostante la varietà di voci e approcci narrativi, inoltre, La miglior difesa non risente di cali qualitativi, anzi, appare come una saga coesa, ricca di sfumature e impregnata di tradizione Marvel, grazie a storie ricche di sense of wonder caratterizzate da ambientazioni fantastiche e scelte difficili da prendere.
Gli artisti di primo piano coinvolti garantiscono una messa in scena sontuosa: non possiamo che applaudire la splendida prova del nostro Di Meo, perfetto nel catturare la componente orrorifica dell'immortale Hulk, così come la cura dei particolari con cui Carlos Magno tratteggia il mondo marino e i mostri che lo animano. Convincente il lavoro in solitaria di Latour, così come quella di un Bennett in grande spolvero ormai da diverso tempo, ma merita una menzione particolare il sentito omaggio di Smallwood al grande Steve Ditko: un viaggio psichedelico davvero affascinante.
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