Tromperie - Inganno, la recensione | Cannes 74

Un intero film di dialoghi a due non riesce mai a fare un vero lavoro sulle immagini e così, a parte un gran finale, Deception rimane in superficie

Critico e giornalista cinematografico


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Deception, la recensione | Cannes 74

Come si può non essere appassionati dei finali dei film di Arnaud Desplechin? Della sua capacità di prendere tutto quello che è stato seminato e concentrarlo in un momento carico di senso e capace di portare tutto il pubblico, tutto insieme, nella direzione che conta. Non ha bisogno di scene madri, non ha bisogno di enfasi, ma riesce a creare un momento che faccia da collettore di tutto quello che è stato provato e gli dia un nome, una qualità specifica, facendo emergere un mosaico complicato di sentimenti ed emozioni che ha necessitato di un film intero per essere creato.

È così anche in Tromperie - Inganno, il film che ha tratto da Philip Roth, in cui racconta di uno scrittore chiamato Philip e della sua amante che lo viene a trovare regolarmente nel suo ufficio. I due fanno sesso e parlano. Poi Philip torna a casa e parla con la moglie. Poi in ospedale parla con un’amica malata. Poi di nuovo con l’amante nell’ufficio. Tutto il film è una serie di dialoghi a due messi in scena con un grande tour de force degli attori che si impegnano a rendere sempre vivi dialoghi che purtroppo non riescono ad entrare in contatto con gli ambienti in cui avvengono. Che non riescono proprio a farsi immagini.
A differenza di Steve Jobs (di Danny Boyle e Aaron Sorkin), Deception nonostante una messa in scena curatissima e di gran lustro, non riesce a fare con la lingua delle immagini la stessa fatica che fa quella delle parole.

Così la lunga serie di interazioni dà forma a personaggi, racconta quel che le persone dicono ma non va mai oltre a quello. Filmare l’infilmabile Roth si conferma una maledizione, perché Deception si limita ad una lettura molto ben recitata, ma non ne fa davvero un film. Almeno fino alla fine, quando Lea Seydoux e Denis Podalydès si incontrano per l’ultima volta e si respira una eccezionale aria da fine di tutto, l’aria dei ricordi e dell’affetto che è stato e non potrà più essere. In quel momento c’è l’impressione di aver capito cosa dovesse essere Tromperie - Inganno nella testa di Desplechin e invece riesce ad essere solo per un ultimo fugace momento alla fine.

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