Death or Glory vol. 1, la recensione

Death or Glory è un adrenalinico fumetto a metà tra l'heist e lo splatter firmato Rick Remender e Bengal

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Death or Glory, anteprima 01

L'anno scorso, Terry Moore ci aveva presentato in Motor Girl una ragazza che lavora in un'officina in mezzo al deserto americano. La stessa immagine è alla base di Death or Glory, anche se siamo di fronte a una storia di tutt'altro genere, a metà tra l'heist e lo splatter. L'incipit è molto potente e sembra preso direttamente da un film di Quentin Tarantino: le chiacchiere vuote e il noioso tran tran di un fast-food vengono interrotte dall'irruzione di un individuo sopra le righe, che entra con una richiesta bizzarra e dei modi ancor più inusuali per vederla soddisfatta.

Dopo un prologo adrenalinico, Rick Remender si sposta in un contesto apparentemente scollegato: Glory ha vissuto la sua infanzia a bordo di un camion e, ora che il padre ha bisogno di un trapianto di fegato entro settantadue ore, ha deciso di compiere una rapina ai danni dell'impresa criminale dell'ex marito. Ha così inizio una serie di sequenze action - tra inseguimenti, sparatorie, morti improvvise e armi ipertecnologiche - che si alternano in modo quasi schizofrenico a scene più intime, con tanto di toccanti flashback.

I toni della narrazione sono esagerati, cosa che risulta straniante: quella che in molte altri contesti risulterebbe una vicenda disordinata, qui è coerente con l'approccio degli autori, intenti a spiazzare di continuo il lettore con svolte repentine in direzioni inaspettate.

Il francese Bengal riesce a infondere alle tavole il dinamismo necessario a tenere in piedi un racconto caratterizzato da una forte componente visiva e ricco di sequenze action cinematografiche grazie alla sua consapevolezza nell'uso delle inquadrature, nelle quali non lesina immagini violente e sopra le righe. L'artista tiene il passo con le esagerazioni della sceneggiatura tramite un character design che alterna sapientemente scene tranquille a momenti quasi cartooneschi in cui i personaggi sgranano gli occhi in contemporanea con il lettore.

Le minacce si susseguono a un ritmo forsennato che non lascia respiro in una corsa senza freni, ma pur utilizzando toni leggeri, gli autori trasmettono anche un messaggio politico abbastanza evidente sull'attualità. L'unica perplessità riguarda la lunghezza della storia: questo volume è godibile, ma la trama non sembra prestarsi per un'opera a lungo termine.

Restiamo in attesa di scoprire se il secondo volume (e i successivi?) saprà mantenere la freschezza di questa avventura sgangherata e fracassona.

Death or Glory, anteprima 02

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