Deadwood Dick 7: Vento di morte, la recensione

Abbiamo recensito per voi Vento di morte, settimo e ultimo numero di Deadwood Dick

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Deadwood Dick 7: Vento di morte, anteprima 01

Con Vento di morte, settimo numero di Deadwood Dick, Sergio Bonelli Editore pubblica il capitolo finale di una storia tripartita iniziata con Black Hat Jack e proseguita con L'assedio di Adobe Walls.

In poco meno di duecento pagine, Mauro Boselli e Stefano Andreucci hanno trasposto a fumetti il racconto di Joe R. Lansdale che forse esprime meglio la personalità sfaccettata del Buffalo Solider, pur facendogli dividere la scena con altri due personaggi molto carismatici: il cowboy Jack, che dà il nome alla storia, e la cowgirl Millie. Con le tavole che compongono il numero e il relativo finale aperto realizzato ad hoc, gli autori consentono al personaggio di salutare - almeno provvisoriamente - il suo pubblico.

Dopo il violento scontro con gli indiani del numero precedente, il trio di avventurieri prende nuovamente il largo; purtroppo per loro, il pericolo è sempre dietro l'angolo: poco distante dall'insediamento, vengono attaccati da un gruppo di Kiowa e si ritrovano nuovamente bloccati. Questa volta, però, la situazione sembra essere ancora più disperata visto che non hanno un vero e proprio riparo in cui nascondersi, e a complicare le cose c'è l'inaspettato ferimento di uno dei tre eroi.

In questa occasione, Boselli conferma ancora una volta le sue capacità di paroliere, tenendo sempre alta la tensione con degli scambi di battute particolarmente brillanti e azzeccati. In poche pagine, il ruolo del protagonista e dei due comprimari appare ancora una volta molto chiaro, trascinando i lettori verso l'azione successiva che proseguirà per buona parte del brossurato. Ugualmente, le tavole di Andreucci raggiungono l'apice qualitativo dopo l'ottimo lavoro visto in precedenza, con delle punte di bellezza e poesia davvero incredibili.

Al termine della lettura, appaiono evidenti due aspetti fondamentali su cui soffermarsi. Il primo riguarda, più in generale, la linea Audace: la scelta di realizzare storie più brevi rispetto la tradizionale foliazione delle testate "storiche" portate in edicola dall'editore milanese è particolarmente azzeccata. Le sessantaquattro pagine che costituiscono ogni numero offrono un buon intrattenimento, dinamico e con dei punti d'interesse per ogni albo, consentendo ugualmente agli autori di portare avanti una storia orizzontale solida, senza inutili lungaggini o temporeggiamenti.

Deadwood Dick 7: Vento di morte, anteprima 02

La seconda questione, legata unicamente a Deadwood Dick, riguarda il perché sia una buona cosa continuare a proporre in edicola storie western, nonostante la testata ammiraglia dell'editore sia Texche continua a proseguire imperterrito la sua corsa come mensile a fumetti più venduto al mondo. La storia che chiude questa prima parte delle avventure di Dick è realizzata da due colonne portanti del Fumetto popolare italiano. Proprio perché il loro lavoro "tradizionale" è volto a parlare a un pubblico estremamente vasto e variegato, spesso le pagine da loro prodotte sono epurate da violenza fisica o verbale, dove viene ritratto un contesto storico decisamente meno cruento della sua controparte reale. Questa comprensibile scelta non è assolutamente un difetto ma, al contrario, è un pregio decidere di diversificare la proposta per raccontare quegli angoli più oscuri del vecchio west che, fino a oggi, non avrebbero mai potuto trovare posto in maniera così esplicita e selvaggia sulle testate di Aquila della Notte.

L'ardore della carne che muore, brama la vita e si scatena, nel bene e nel male, è giusto che abbia un suo posto in cui esprimersi e un protagonista adeguato a portarla avanti. Ad oggi, nessuno risulta essere miglior portabandiera di un eroe sfaccettato come Deadwood Dick. Senza rivelare niente sull'epilogo della trama, il modo in cui il team creativo ha alternato momenti molto bui ad altri parimenti luminosi è una gioia per gli occhi e per lo spirito, scavando appieno in picchi e valli di eccessi che solo un prodotto simile, destinato a un pubblico maturo ma comunque venduto in edicola, avrebbe potuto ospitare.

Non resta che attendere una nuova tornata di storie, mitigando l'attesa con le pregiate edizioni da libreria pubblicate in grande formato dall'editore di Via Buonarroti.

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