Deadwood Dick 4: Il piombo e la carne, la recensione
Abbiamo recensito per voi Il piombo e la carne, quarto numero di Deadwood Dick
Il piombo e la carne, quarto numero della miniserie Deadwood Dick, pubblicata da Sergio Bonelli Editore, chiude la porzione di storia raccontata da Maurizio Colombo e Pasquale Frisenda e iniziata sul precedente Fra il Texas e l'Inferno.
Un fumetto del genere non avrebbe potuto trovare luogo migliore dell'etichetta Audace: distribuito al grande pubblico in tutte le edicole, grazie alla spinta aziendale di Bonelli, riesce a proporre dei contenuti molto forti, sia per quanto riguarda i testi che le immagini.
Colombo e Frisenda mettono da parte i momenti più lenti della prima parte per far spazio a una tensione tangibile, che sfocia in una successione serrata di tavole cariche di contenuti molto violenti.
Come accade quando si parla di riscossa e redenzione sociale, è difficile non lasciarsi trascinare dall'entusiasmo rivoluzionario di cui il protagonista si fa - più o meno volontariamente - portabandiera. Per questo motivo, nonostante le imperfezioni e i modi quantomeno opinabili, la bussola morale in mano al lettore punterà sempre nella direzione del cowboy.
Chi conosce la grammatica di Lansdale non resterà deluso: i termini crudi e senza alcuna censura a cui è particolarmente affezionato l'autore statunitense ci sono tutti, sia all'interno del racconto testuale che restituiti sotto forma di immagini altrettanto forti.
Il piombo e la carne chiude una storia divertente e trascinante, con il protagonista mai così vicino a sembrare un vero eroe. Non a caso, l'editoriale introduttivo è dedicato proprio al concetto di super eroe, in particolare al legame tra Lansdale e Batman.
Al termine di questa seconda avventura, la sensazione continua a essere molto positiva. Pur non trattandosi di un prodotto per tutti i palati, Deadwood Dick ha una personalità forte e ancora molto da raccontare.