Deadpool, la recensione del film - NO SPOILER
Abbiamo visto Deadpool prima di tutti gli altri, grazie all'anteprima organizzata da BasTaste.it, e ora vi raccontiamo cosa ne pensiamo
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Deadpool non è il film della vita. Ma, del resto, difficilmente è mai stato il fumetto della vita. Deadpool è però la miglior trasposizione filmica di un personaggio supereroistico (non abbiamo alcuna intenzione di fare a Wade il torto di chiamarlo "supereroe") di sempre. Ci sono parecchi cinecomics più belli di questo, là fuori, ma nessuno è mai stato in grado di prendere di peso dalle pagine di un fumetto un tizio in costume e riproporlo con tale fedeltà sul grande schermo. Non c'è niente da fare: quello che vediamo commettere massacri con leggerezza ostentata, dimostrare egoismo e libido a livelli fuori scala, entusiasmarci con una buona dose di volgarità e di ultraviolenza puramente intrattenitiva è proprio il Wade Wilson che da ventincinque e più anni allieta le nostre giornate più immature di lettori di comics. Applausi a Tim Miller, che è stato in grado di compiere il miracolo.
Si ride tantissimo e si ride a crepapelle. Si ride in continuazione, perché Wade non prende mai nulla sul serio, nemmeno il peggio di quel che gli succede. E gli succede davvero di tutto, cose belle o brutte che siano. Non smette davvero mai di parlare, trasformando, come quasi solo lui sa fare, questa caratteristica nel suo principale punto di forza. E, ovviamente, ci sono le rotture della quarta parete, proprio come in un fumetto. Anche in questo caso, la trasposizione è perfettamente azzeccata. La consapevolezza del personaggio di far parte di una storia si reincarna, da quella fatta di carta e vignette, in una più cinefila che gioca moltissimo con la carriera dell'ottimo (e si intuiva, ma l'applauso è doveroso) Ryan Reynolds e con il genere dei cinecomics in generale. Bravi, bravi, bravi alla 20th Century Fox, a concedere, si intuisce, carta bianca su volgarità assortite, doppi sensi di ogni genere, anche scene palesemente esplicite mostrateci con una leggerezza disarmante. Chiaro che non sia un film da mostrare ai vostri bambini, ma lasciate che i vosti figli quindicenni più sgamati lo vedano, soprattutto se avete un po' di fiducia nella loro maturità. Ve ne saranno eternamente grati.
Che cosa rimane da dire? Che l'azione del film è frenetica, ma sempre chiara e meravigliosamente al servizio delle gag, a dimostrazione dell'ammirevole costanza con cui la storia riesce a evitare di prendersi anche solo vagamente sul serio. Eppure, in tutto questo, Deadpool riesce a evitare di essere una parodia. Esattamente come il personaggio a fumetti non cade, se non raramente, nella tentazione di scimmiottare i colleghi in costume per strapparci una risata, altrettanto succede qui. Sin da subito ci si rende conto di star guardando un'altra cosa, che non c'entra molto con tutte le altre storie di questo genere che ci sono state regalate, belle o brutte che siano. Deadpool non è la parodia di un supereroe, ma è Deadpool: un totale idiota che ha ricevuto in dono l'occasione di esserlo senza conseguenze. E, diamine, se ha deciso di godersela.