Deadpool 1 - 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi i primi due numeri del rilancio di Deadpool firmato da Young, Klein e Hepburn

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Deadpool #1, anteprima 01

Nel corso degli ultimi anni, sono poche le serie supereroistiche che hanno mantenuto costante la qualità delle proprie uscite. Grazie all’ispirata gestione di Gerry Duggan, Deadpool ha superato indenne parecchie fasi editoriali, dal rilancio Marvel NOW! del 2012 alla recente iniziativa Legacy, rafforzando il proprio status di personaggio estremo e sui generis. Il nuovo team creativo pronto a raccogliere questa pesante eredità è composto da Skottie Young (Rocket Raccoon) nelle vesti di sceneggiatore e dagli artisti Nic Klein (Winter Soldier) e Scott Hepburn (Drax).

L’incipit della serie è così elementare da risultare quasi disarmante: Wade Wilson ha deciso di farsi cancellare tutti i ricordi, tornando sostanzialmente alla sue "impostazioni di fabbrica", a essere il Mercenario Chiacchierone con poche remore delle origini. Questo D-Pool "resettato" è affiancato professionalmente da Testata Mutante Negasonica - una "nuova" versione campionata dai due film di successo - e ha deciso di ripartire da un piccolo sobborgo di New York, Croton-on-Hudson.

Sebbene non ne ricordi il motivo, Wade sta incontrando non poche difficoltà a rimettersi in carreggiata: le richieste dei suoi servigi scarseggiano e le poche giunte non sempre sono all’altezza. Qualcosa, però, sembra muoversi quando alla porta bussa Capitan America, accompagnato dagli Avengers, per chiedere aiuto: sulla Terra incombe infatti la minaccia del celestiale Groffon il Rigurgitatore, e l’unica arma in grado di arrestare la sua devastazione è - guarda caso - in possesso di Deadpool; peccato, che lui non ricordi quale sia e, soprattutto, dove la tenga nascosta.

Mettere al centro delle storie i personaggi riportandoli alle loro radici, correggendo il tiro ma senza stravolgere quanto fatto nel corso degli ultimi (rivoluzionari) anni: queste le indicazioni dell'Editor-In-Chief C.B. Cebulski per gli autori all'opera sulle serie del nuovo rilancio Marvel. Sulla scorta di queste linee guida, Young ha deciso di sviluppare archi narrativi di pochi numeri, puntando tutto su storie brevi, immediate e incentrate su umorismo e tanta consapevolezza del mezzo. Cambia la natura dei singoli episodi, dunque, ma non vengono disperse le peculiarità di una serie che fa dei dialoghi divertenti, del citazionismo e della leggerezza la propria cifra stilistica; caratteristiche da sempre nelle corde del fumettista americano, viste tanto nei lavori per la Casa delle Idee quanto in quelli indie, come Odio Favolandia.

Deadpool #1, anteprima 02

È evidente la volontà dell'autore di tagliare i ponti con la precedente gestione, accantonare ogni velleità eroistica del protagonista per concentrasi sulla sua identità primigenia: essere un mercenario. In tal senso, Di nuovo in affari adempie egregiamente al compito, e i primi due capitoli presentati sul quindicinale sono letture ricche di battute spassose, con diverse trovate accattivanti rese brillantemente da Klein. Lo stile del disegnatore tedesco è perfetto per enfatizzare la natura di questo fumetto, sottolineando con la stessa dovizia di particolari le espressioni facciali sopra le righe e gli spettacolari squartamenti. 

Accanto alla storia principale, troviamo il suo preludio Buonanotte, nel quale Young si diverte a selezionare la nuova origine che potrebbe caratterizzare al meglio il protagonista. Come dicevamo, ogni ricordo è stato cancellato e su questo foglio bianco Wade può virtualmente riscrivere il proprio passato: una storia irriverente disegnata da Hepburn, che ben conosce il Nostro.

A questo proposito, chiudiamo l’analisi dei primi due numeri della serie di Panini Comics usciti questo mese segnalando la presenza del secondo capitolo di Senilità, arco narrativo della collana Spider-Man/Deadpool firmato dallo stesso artista e sceneggiato da Robbie Thompson (Silk). Veniamo catapultati in un futuro distopico in cui la stramba coppia - in versione invecchiata, come va di moda adesso - deve fare i conti con un folle progetto di un noto personaggio legato all'Uomo Ragno. Lo scrittore di Spidey è bravo a strutturare una trama che si dipani su due diverse linee temporali, mantenendo vivo l’interesse del lettore con la giusta dose di mistero.

Concludendo, Non abbiamo bisogno di un eroe è lo strillo scelto dalla casa editrice modenese per la copertina del primo numero di Deadpool, ed è effettivamente quello che ci offre Skottie Young: non un eroe ma l'amato Mercenario Chiacchierone di una volta.   

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