Deadly Class vol. 2: 1988 - I ragazzi del buco nero, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Deadly Class, di Rick Remender e Wes Craig, edito da Panini Comics

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Nel secondo volume di Deadly Class, frizzante e sorprendente serie Image Comics firmata da Rick Remender (testi) e Wes Craig (disegni) è un anno nuovo, con il 1987 che ha lasciato il posto al 1988. Ma la vita degli speciali studenti della Scuola Kings Dominion della Arti Letali è ancora tutt'altro che semplice. Avevamo lasciato Marcus e i suoi colleghi, impegnati a studiare per divenire i migliori assassini professionisti del mondo, impelagati in un torbido intrigo che aveva portato alla morte di Chico, ragazzo a dir poco complicato, ma figlio del boss di uno dei più grandi cartelli della droga sudamericani, come letto nel primo volume della serie (QUI la recensione).

Il cadavere del ragazzo è infatti finito in mano a gente raccomandabile, e, fino a che rimane in circolazione, potrebbe rappresentare un costante pericolo per Maria (colei che ha inferto il colpo mortale al suo ex fidanzato, Chico, appunto) e per tutti gli altri protagonisti. Nel frattempo, comunque, la vita è andata avanti per forza di cose: Marcus continua il suo percorso di integrazione nella sua nuova scuola, lavora part time in una fumetteria per racimolare qualche spicciolo (e soprattutto avere una copertura), ha iniziato una relazione segreta con l'instabile Maria e cerca di gestire al meglio la sua amicizia con la misteriosa e affascinante Saya. In città, a ogni modo, sta facendo molto rumore la presenza di una sgangherata e pericolosa gang assassina, guidata dal crudele Faccia di Cazzo (questo nome vi ricorda qualcuno di un celebre fumetto Vertigo del passato? Fidatevi, la citazione non è poi così casuale). Gli studenti della Kings Dominion, ragazzi a dir poco incasinati, dovranno dunque mettere momentaneamente in stand-by le loro faide intestine e allearsi per mettere la parola fine alla minaccia rappresentata da questi "rivali", privi di un codice e di un modus operandi. In aggiunta, scopriremo alcune importanti rivelazioni sul passato dello stesso protagonista, Marcus, oltre che di Maria, cosa che renderà questa nuova battaglia molto più personale di quanto preventivato.

È davvero arduo dover contenere il proprio entusiasmo nello scrivere di un fumetto così affascinante e pregnante come Deadly Class. I motivi che lo rendono tale sono molteplici e in primis vanno imputati al grande fascino della storia scritta da Remender, che forse potrebbe davvero essere la migliore mai realizzata dal talentoso sceneggiatore americano sinora. In questa serie tutto sembra girare alla perfezione, a partire da una narrazione solida e precisa, ricca di colpi di scena, con contenuti sì dedicati a un pubblico tendenzialmente adulto, visto l'altro livello di violenza fisica, psicologica e verbale, ma che non si rivela essere mai fine a se stessa, e nemmeno prevedibile. Inoltre, i giovani protagonisti del fumetto sono personaggi a tutto tondo, ognuno con una sua precisa caratterizzazione e un proprio specifico ruolo all'interno della storia, che risente soprattutto del background precedente al tempo presente della narrazione, progressivamente esplorato con una serie di flashback distillati con dovizia. Nel nutrito cast (che viene progressivamente "sfoltito") ogni character ha una sua distinta identità, una diversa origine e un altrettanto specifico pattern comportamentale. Le difficili vite di Marcus, Maria, Saya e tutti gli altri giovani assassini si intrecciano tra loro in una tela sempre più complessa e espansa, dove ogni nuovo filo viene aggiunto con precisione magistrale, andando a creare un contesto nel quale il lettore si immerge piacevolmente, senza riuscire a prevedere cosa ci sarà dopo l'ennesimo twist narrativo. Ancora, il tutto viene reso ancora più originale dalla straordinaria resa del periodo storico nel quale la serie si svolge, i gloriosi anni Ottanta, periodo di grande turbinio emotivo delle generazioni più giovani, che si manifestava in tutta la sua irrequietezza nel mondo artistico, quello musicale in particolare: proprio il ritmo, le note del Punk Rock e dell'Hip Pop vanno letteralmente a scandire i tempi di un racconto vibrante, aggressivo e politicamente scorretto. In una parola? Deadly Class è un fumetto che si ribella a tutto e a tutti, senza fare sconti a nessuno. E proprio questo lo rende unico nel suo genere.

A rendere tutto ancora più dinamico ci pensa il magnifico e rabbioso storytelling di un'artista sorprendente quale è Wes Craig, che personalizza al meglio ogni tavola di questo volume, con uno stile incisivo e graffiante, elegante nel suo essere volutamente sporco, dark e a volte persino disturbante.

Entrambi i volumi di Deadly Class editi da Panini Comics sinora, ci sono piaciuti molto, arrivando persino a entusiasmarci. Non vediamo l'ora, dunque, di avere a disposizione anche il terzo, che, stando alle parole degli autori diffuse in svariate interviste, porterà la storia a evolversi in modo ancora più cruento e imprevedibile, andando a chiudere il primo atto della serie. Senza ombra di dubbio alcuno, Deadly Class è uno dei fumetti must have del 2016.

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