Dead Island 2, la recensione
Dead Island 2 approda, dopo più di dieci anni, su console di attuale e scorsa generazione. Riuscirà a mantenere le promesse fatte nel tempo?
Parlare di Dead Island 2 non è affatto facile. Per analizzare il gioco, infatti, è necessario partire dalla storia del suo sviluppo, tanto datata quanto travagliata. Circa dieci anni fa, in seguito al parziale successo del primo episodio, Techland avrebbe dovuto prendere in mano la saga, ma si è poi ritirata per focalizzarsi sullo sviluppo di Dying Light. Deep Silver ha quindi reclutato i ragazzi di Yager Devolpment, che nel corso dell’E3 del 2014 hanno presentato il gioco attraverso un trailer divenuto immortale. Un trailer che conquistò proprio tutti e che permise al gioco di attirare un buon numero di utenti curiosi.
Oggi, dopo quasi dieci anni di passaggi di testimone, siamo finalmente pronti per parlarvi di Dead Island 2. Scoprite insieme a noi se l’attesa ha reso questo “piatto” più dolce o se lo ha solamente lasciato andare a male.
HELL-A
Una volta avviato Dead Island 2 si rimane sin da subito stupiti per la narrazione impostata dai ragazzi di Dambuster Studios. La trama vede un gruppo di sopravvissuti raggiungere un aereo in partenza e in grado di allontanarsi dalla follia zombie che regna ovunque. Follia che colpisce però anche il velivolo, costringendolo a un atterraggio di emergenza. Prima dello schianto, il giocatore sarà quindi invitato a scegliere il proprio avatar tra sei personaggi carismatici. Qualsiasi sia la nostra decisione, ci troveremo a vagare per le vie di Los Angeles (ribattezzata Hell-A), nel tentativo di raggiungere la casa di una star del cinema, sperando di non morire lungo il tragitto.
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La campagna principale può essere completata in circa 25 ore, ma ammettiamo di avercene messe molto di più, dato che l’affasciante location e le divertenti missioni secondarie ci hanno fatto “perdere” molto più tempo del previsto. Hell-A è senza dubbio uno dei punti di forza della produzione, che ha saputo dimostrare un carisma che non ci saremmo mai aspettati.
ESPLORA, COMBATTI, SQUARTA
Anche pad alla mano, Dead Island 2 è una versione migliorata sotto tutti i punti di vista del primo capitolo. Il titolo di Dambuster Studios, infatti, è uno sparatutto in prima persona basato principalmente sull’esplorazione e sui combattimenti. Lo stavamo giusto affermando poco fa: esplorare questa Los Angeles virtuale è un vero piacere. Questo perché gli autori hanno deciso di non focalizzarsi sulla creazione dell’ennesima esperienza open world, ma di sfruttare una struttura in macro-aree per dare valore a ogni mappa. Il risultato è, innegabilmente, ottimo. Ognuna delle zone che ci troveremo a esplorare è tanto caratterizzata da risultare iconica, invogliandoci a tornarvi più volte per completare ogni singolo evento secondario.
Discorso diverso per il combat system, che funziona, ma che non stupisce. Gli autori, infatti, si sono focalizzati sull’effetto dei colpi inferti agli zombie, piuttosto sul creare un gameplay complesso e stratificato. Attraverso l'utilizzo di un colpo veloce e di un colpo possente, infatti, possiamo far fuori i tanto detestati non-morti. Un’arma affilata può tagliare gli arti, mentre una contundente può lasciare frastornato l’avversario. In ogni caso, il feedback sul giocatore non è in grado di trasmettere la forza del colpo. Del tutto opposto il feedback sui nemici, che cadono a pezzi, bruciano e si distruggono come mai prima d’ora. Da amanti dello splatter, è un vero piacere vedere riposta tanta cura nello smembramento degli zombie. Una cura che, onestamente, ci ha lasciati più volte a bocca aperta.
Il tutto si fonde insieme grazie a un sistema di potenziamento basato sul crafting di armi via via sempre più potenti e sull'utilizzo delle carte. Le carte non sono altro che dei power up da equipaggiare in grado di donare al giocatore nuove abilità e/o un boost a determinate statistiche, permettendogli così di creare svariate build. Nonostante una discreta varietà nella personalizzazione, il risultato finale è che ci si trova di fronte a dei “set di carte” più utili di altri, rendendo parzialmente vane alcune opzioni inserite dagli sviluppatori. Nulla di tragico, ma si poteva fare sicuramente qualcosa di meglio sotto questo aspetto.
MOSTRUOSAMENTE AFFASCINANTE
Bastano pochi istanti per rimanere di stucco di fronte alla bellezza grafica di Dead Island 2. I modelli tridimensionali dei personaggi sono estremamente curati, i paesaggi mozzano il fiato e la già citata cura nello splatter eleva il risultato finale alla massima potenza. I ragazzi di Danbuster Studios hanno dato vita a un titolo non solo molto bello da vedere e artisticamente curato, ma anche dannatamente stabile. Salvo qualche calo di frame nelle partite in co-op, Dead Island 2 ha sempre mantenuto una fluidità invidiabile, a dimostrazione di come sia possibile ottenere validi risultati sulle piattaforme current e old-gen.
Ottimo il doppiaggio in inglese di (quasi) tutti i personaggi e più che discreta la localizzazione in italiano dei testi, che permette anche a chi non mastica la lingua d'Albione di godersi appieno le folli avventure vissute a Hell-A.
Dead Island 2 non è (e non vuole essere) un gioco rivoluzionario, ma siamo di fronte a un titolo dannatamente divertente. Le meccaniche ormai rodate di questo genere videoludico si fondono con un ottimo level design e con un sistema di progressione in grado di regalare costantemente nuovi elementi al giocatore, siano essi armi, nemici o location inedite. In un mercato videoludico che punta moltissimo sulla vastità degli open world, il titolo di Danbuster Studios è una boccata di aria fresca. L’ennesima dimostrazione che la qualità degli ambienti è più importante della loro quantità.
Se avete voglia di affettare zombie da soli o in compagnia di altri due amici, Dead Island 2 è molto probabilmente il titolo che state cercando. Magari si sarebbe potuto fare di meglio in alcuni aspetti del combat system, ma vista la storia di questo gioco è già incredibile che il risultato finale sia tanto buono. E speriamo che per avere un Dead Island 3 non si debba aspettare altri 10 anni.