Dead for a Dollar, la recensione
La nostra recensione di Dead for a Dollar, western diretto da Walter Hill e con protagonisti Christoph Walt e Willem Dafoe
La recensione di Dead for a Dollar, presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia
È davvero difficile riuscire a far recitare male un attore del calibro di Christoph Waltz, eppure Walter Hill riesce malauguratamente anche in questo. Il motivo principale è che la storia in sé non ha alcuno studio di personaggi ed è un continuo blaterìo in cui gli attori si ripetono a vicenda ciò che stiamo già vedendo (“L’hai ucciso!”, “è morto!”), con un effetto di ripetitività e vuotezza sconcertante.
Con una tavolozza colori dove un tristissimo seppia regna sovrano, appiattendo ogni cosa e ogni volto (sembrano tutti un po’ malaticci), Walter Hill costruisce un mondo che vorrebbe essere epico ed avvincente e che invece è solamente svogliato, percorso da personaggi con degli obiettivi e dei compiti da assolvere ma che appaiono in balìa degli eventi. La cosa peggiore è ahimè forse proprio la regia: una carrellata infinita di primi piani, di sparatorie girate senza nessuna dinamica dove corpi morti cadono in modi involontariamente comici. Lo sfondo della vicenda, ovvero il Messico, si intravede solamente ai margini come un fondale anonimo: tutto il contrario di quello che ci si aspetterebbe da un western classicista come quello presentatoci.
Insomma Dead for a Dollar è un disastro su tutti i fronti: un’idea ce l’avrebbe pure, ovvero mettere al centro un personaggio femminile carismatico che lotta da sé e non vuole essere salvato da nessuno. Questa idea si perde però tra mille discorsi inutili e ripetitivi, finendo per riaffermare (con parole semplici, proprio elementari) la mera poetica del West maschilista dove vince semplicemente chi spara per primo.
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