Dead Body Road, la recensione

Abbiamo recensito per voi Dead Body Road, miniserie scritta da Justin Jordan e disegnata da Matteo Scalera, edita in Italia da saldaPress

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Avevi ragione anche su un'altra cosa. Posso ucciderti.

La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo. Ma compensare il freddo con fucili a canne mozze, .45 Colt, bombe fatte in casa e armi bianche random non è poi un'alternativa così malvagia: è con questa premessa che si apre Dead Body Road, miniserie Image Comics firmata da Justin Jordan (testi) e Matteo Scalera (disegni), edita in Italia da saldaPress.

La trama segue la storia di Orson Gage, ex-poliziotto corrotto, il quale si trova improvvisamente vedovo: sua moglie (poliziotta anche lei), infatti, ha perso la vita nel corso di una rapina in banca finita male, i cui responsabili si sono dati successivamente alla macchia. Privato di ogni ragione di vita e animato solo dalla rabbia e dalla sete di vendetta, Gage si imbarcherà nella sua personale crociata per le strade polverose del sud-ovest statunitense con l'intento di eliminare, uno alla volta, tutti i componenti della banda di criminali che ha sulle mani il sangue della sua amata. Nel corso di questa avventura, il Nostro troverà un'inattesa alleata in Rachel, compagna di uno dei componenti della suddetta gang. Fra violente risse, adrenaliniche sparatorie e inseguimenti in auto mozzafiato lungo intinti boulevard, la vicenda culminerà in un climax intriso di lacrime e sangue.

Il tema della vendetta è uno dei tòpos più amati dal mondo dell'entertainment, e Dead Body Road attinge sapientemente da più fonti. Questo fumetto infatti mischia al meglio molteplici aspetti: l'ambientazione western (qualcuno ha detto C'era una volta il West?), dove ha luogo la vendetta mossa da una ragione di natura intima e personale (si guardi a Straw Dogs - Cane di paglia), portata a compimento in maniera violenta e brutale (non si può non pensare a Oldboy, o Kill Bill). Il tutto senza dimenticare la fisionomia del personaggio, che è più di una citazione al Punitore della Marvel Comics.

Justin Jordan si dimostra estremamente a suo agio nello scrivere una storia lineare e fluida, che punta non tanto sul colpo a effetto, quando sulla forte presa che certi temi hanno fisiologicamente su una buona fetta di pubblico: diciamocelo, a chi non piace ogni tanto una buona dose di action vecchio stile, con testosterone che trasuda da ogni poro e soprattutto tanto tanto sangue? Dead Body Road non è nulla di più (ma anche niente di meno) di ciò che ci dice il titolo: tanti cadaveri sanguinanti sull'asfalto; senza alcun volo iperbolico che poi si possa risolvere come solo Icaro sa, questa storia vi darà ciò che avrete cercato nel momento in cui avete acquistato il volume: puro e piacevole intrattenimento, un'oretta in cui poter staccare il cervello dalla monotonia del quotidiano e lasciarvi trasportare facilmente nella vita folle di un uomo che vive solo per uccidere e avere così giustizia.

Il tutto è fortemente valorizzato dalle pregevoli matite dell'artista Matteo Scalera: il suo tratto incisivo, squadrato e volutamente sporco corona al meglio lo script di Jordan, conferendo grande incisività, quasi aggressività, visiva alla storia. Allo stesso tempo lo storytelling di Scalera riesce a bilanciare al meglio il dinamismo frenetico di questa storia con l'aspetto emotivo che muove ogni personaggio, perfettamente ritratto su ogni volto di ogni pagina: riuscire a non sacrificare il dettaglio, senza appesantire una storia che necessita di essere adrenalina pura per poter funzionare, è sintomo di grande padronanza della propria arte.

In conclusione, Dead Body Road rappresenta l'ultimo capitolo, in ordine di tempo, di un intramontabile archetipo narrativo, che, davvero, non stanca mai.

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