DC Universe: Rebirth #1, la recensione

Abbiamo recensito per voi DC Universe: Rebirth #1, prologo del nuovo rilancio DC Comics ideato da Geoff Johns

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Iniziamo con una premessa: sarà davvero difficile recensire questo albo che si può definire solo come incredibilmente rivoluzionario senza correre il rischio concreto di "fare spoiler". Dunque, se temete di rovinarvi quella che, nel bene e nel male, sarà una storia chiave per tutto ciò che, con il varo del rilancio Rebirth, la DC Comics pubblicherà nei prossimi anni, sin dal prossimo mese di giugno negli Stati Uniti, non proseguite oltre.

Che cos'è DC Universe: Rebirth #1? Si tratta, di fatto, del prologo ufficiale dell'incipiente iniziativa editoriale della casa editrice di Burbank volta a restaurare un universo narrativo più vicino per tematiche, personaggi e ambientazioni a quello che esisteva prima che gli eventi di Flashpoint cambiassero (apparentemente!) tutto, con la conseguente nascita del nuovo Universo DC de I Nuovi 52. Come sanno coloro che hanno letto la suddetta miniserie evento, in quella storia, sempre scritta da Geoff Johns (sceneggiatore anche di DC Universe: Rebirth #1) Barry Allen, il Flash più noto e amato, tornava indietro nel tempo per prevenire la morte di sua madre, provocata dalla sua storica nemesi, l'Anti-Flash. L'annullamento di questo evento chiave nella continuity andò ad alterare significativamente la realtà degli eroi DC Comics, in maniera decisamente drammatica; tra le altre cose, Thomas Wayne era divenuto Batman a seguito dell'assassinio di suo figlio Bruce, mentre Wonder Woman e Aquaman erano impegnati in una guerra catastrofica tra Amazzoni e Atlantidei. Non certo un bel panorama.

Flash comprese dunque che doveva lasciar morire sua madre per riportare le cose alla normalità. Solo che la "normalità" non si ripristinò mai per davvero e le infinitesimali alterazioni della linea temporale causate (apparentemente!) da Barry andarono a creare una nuova realtà, nella quale gli eroi sembravano essere più giovani, e dunque in azione da meno tempo; tanti status quo erano stati modificati sensibilmente, alcuni personaggi non esistevano più, rimpiazzati da versioni alternative, così come erano spariti alcuni legami storici, come il matrimonio tra Clark Kent e Lois Lane. Inoltre, mancava il senso di coesione, tradizione, eredità che aveva reso le varie generazioni di eroi DC così caratteristiche e uniche (per esempio, non vi era più la JSA). La realtà del reboot de I Nuovi 52, pur avendo prodotto storie anche pregevoli, non è mai stata davvero accettata e digerita da molti lettori di fumetti DC Comics, e, a quanto pare, nemmeno dagli stessi addetti ai lavori della casa editrice.

C'era quindi bisogno di una svolta, di un cambiamento, di un ritorno alle origini. E chi meglio di Geoff Johns poteva fare ciò? Nessuno. Perlomeno tra coloro che lavorano attualmente per la casa editrice in questione. Lo sceneggiatore, Chief Creative Officer della DC Comics, e vero e proprio architetto di questa "Rinascita" ha dunque inventato una storia in grado di cambiare tutto, in maniera significativa, ma anche potenzialmente molto discutibile. Come? Ve lo diciamo di seguito.

Quello che non sapevamo prima d'oggi è che negli istanti in cui Flash stava riportando tutto alla normalità, qualcosa, o meglio qualcuno, ha interferito, (ri)plasmando la realtà a proprio piacimento, togliendo qualcosa da ciò che esisteva precedentemente. Di chi si tratta? E cosa ha fatto? Troviamo le risposte a queste domande grazie al ritorno in scena di un personaggio da tempo assente: l'originale Wally West (non quello de I Nuovi 52, che comunque continuerà a esistere e farà parte dei nuovi Giovani Titani). Colui che fu Kid Flash e poi raccolse il manto del Velocista Scarlatto a seguito della morte dello zio, Barry Allen, avvenuta in Crisi sulle Terre Infinite, ha passato il tempo intercorso tra la fine di Flashpoint e l'inizio di Rebirth disperso nella Forza della Velocità, in un limbo simile all'animazione sospesa: in qualche modo, Wally è riuscito a destarsi da questo letargo, cercando di fare ritorno alla vita prima di essere cancellato dal tessuto dello spazio/tempo. È proprio lui a comprendere che dietro questi cambiamenti c'è la mano di un essere onnipotente che ha strappato via dalla continuity DC Comics ben dieci anni di vita (tempo della storia), ma anche qualcos'altro di ben più importante ed etereo del tempo stesso. Nella storia non viene mai esplicitato davvero di chi si tratti, e quindi non vediamo mai il personaggio del Dottor Manhattan di Watchmen. Avete capito bene. Colui che ha cambiato (per sempre?) la realtà di personaggi come Superman, Batman, Wonder Woman, Lanterna Verde, Flash e tutti gli altri eroi è l'unico essere con superpoteri (illimitati) della celeberrima miniserie di Alan Moore e Dave Gibbons, che ha sempre fatto parte della DC Comics (a livello di marchio), ma i cui personaggi non erano mai entrati davvero in contatto con i supereroi classici della casa editrice. Ora, questo contatto, questa integrazione, questa fusione è avvenuta, con buona pace del Bardo di Northampton (che presumibilmente non avrà gradito, per usare un eufemismo). Uno degli esseri più potenti e più cinici mai apparsi nei fumetti americani di supereroi è quindi diventato forse il villain per eccellenza della nuova continuity DC Comics, almeno a giudicare da come si sbarazza di uno dei personaggi introdotti all'alba de I Nuovi 52.

Ma che altro accade in DC Universe Rebirth #1? Letteralmente, di tutto. Ci sono nascite, morti, ritorni in scena di personaggi chiave (non solo Wally West, per intenderci), cambiamenti di status quo (specie di un villain classico), recuperi di tematiche credute perdute per sempre e tanto altro ancora.

Al di là della bontà, o meno, della scelta operata da Johns al fine di ripristinare una situazione che necessitava di tornare sui propri passi, non si può negare che si troviamo di fronte a uno dei colpi di scena più sorprendenti da molto tempo a questa parte. Di fatto, si tratta di un colpo di spugna che va a cancellare da una virtuale lavagna equazioni non riuscite, in cui l'incognita non è mai stata davvero trovata. Il ruolo del Dottor Manhattan è di fatto quello di un deus ex machina, che, come nel teatro dell'Antica Grecia, va a districare un nodo narrativo molto stretto con artificiosa facilità. Ognuno dei lettori sarà libero di farsi una propria idea in merito, ma di certo questa storia ha riacceso una certa curiosità verso i fumetti DC Comics che, forse, da qualche tempo mancava. O perlomeno è così per chi vi scrive.

Ai disegni di questo prologo extra-large di Rebirth troviamo Phil Jimenez, Ethan Van Sciver, Ivan Reis, Gary Frank, artisti superstar, nonché fedelissimi di Johns, che, graficamente, compiono un lavoro magnifico, regalandoci una delle storie meglio disegnate degli ultimi anni, con una narrazione sempre fluida e chiara (nonostante la difficoltà intrinseca della materia trattata).

In conclusione, DC Universe: Rebirth #1 è sicuramente un albo che ogni lettore di fumetti di supereroi non può non leggere. Il resto delle risposte alle tante domande che sorgeranno nella mente di ognuno di noi le lasciamo al tempo, sempre galantuomo e foriero di verità.

REBIRTH

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