DC League Of Superpets, la recensione
I corrispettivi animali degli eroi della DC hanno un cartone per sè che funziona come la porta d'ingresso per le versioni adulte
La recensione di DC League Of Superpets, in uscita il 1 settembre al cinema
Il protagonista è il cane di Superman, in crisi perché il suo padrone sì è fidanzato ufficialmente con Lois Lane e passa meno tempo con lui. Come un bambino il cui padre ha una nuova moglie o che vede arrivare un fratello minore a prendere attenzioni, il cane potentissimo si sente marginalizzato proprio quando il porcellino d’India usato come cavia da Lex Luthor riesce dove il padrone ha fallito: attirare una kryptonite arancione che non leva poteri a Superman ma li dà agli animali. Così adesso tutti gli animali sono potenti, i cattivi ma anche quelli che Krypto (questo il nome del cane di Superman) aveva trattato con sufficienza in precedenza, una banda di sfiduciati in cerca di una guida. Solo Krypto stesso, che ha mangiato un pezzo di kryptonite classica, non li ha. Almeno fino a che non la espelle. Come farà a salvare i veri supereroi imprigionati dagli animali cattivi?
Unico dettaglio che si conquista del rispetto è l’idea che il porcellino d’India usato come cavia da Lex Luthor sia innamorato di chi l’ha prima sfruttato e poi buttato. In tutto e per tutto è una donna che è stata abusata, trattata male e sfruttata che continua a subire una forma malata di attrazione per l’uomo che non la rispetta e non ha nessuna intenzione di stare con lei. Il tema è portato con molta grazia ma introduce un’idea importante riuscendo a non essere mai pesante ma al tempo stesso a dirlo con forza e convinzione. Cosa che non si può dire degli altri temi più scontati e abusati.