DC League Of Superpets, la recensione

I corrispettivi animali degli eroi della DC hanno un cartone per sè che funziona come la porta d'ingresso per le versioni adulte

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di DC League Of Superpets, in uscita il 1 settembre al cinema

Si devono mettere di mezzo gli animali per fare un po’ di divertimento spensierato con l’universo DC al cinema. Riprendendo i Superpets dai fumetti questo film scritto dagli sceneggiatori di Lego Batman (l’altra maniera in cui sì può ridere degli eroi DC: dandoli in licenza) DC League Of Superpets fa un lavoro ai minimi storici sull’animazione e punta ad essere più che altro l’entry level del cinema di supereroi. Non c’è un vero svolgimento autonomo e peculiare a questo film (come era invece quello di Lego Batman) ma più una versione ridotta e più facile da comprendere e digerire dei film di supereroi più grossi. Questo è l’happy meal del Big Mac cinecomic, una maniera per attirare un pubblico e introdurlo a strutture, personaggi e svolgimenti che ritroverà da grande nei film live action che gli sarà chiesto di consumare.

Il protagonista è il cane di Superman, in crisi perché il suo padrone sì è fidanzato ufficialmente con Lois Lane e passa meno tempo con lui. Come un bambino il cui padre ha una nuova moglie o che vede arrivare un fratello minore a prendere attenzioni, il cane potentissimo si sente marginalizzato proprio quando il porcellino d’India usato come cavia da Lex Luthor riesce dove il padrone ha fallito: attirare una kryptonite arancione che non leva poteri a Superman ma li dà agli animali. Così adesso tutti gli animali sono potenti, i cattivi ma anche quelli che Krypto (questo il nome del cane di Superman) aveva trattato con sufficienza in precedenza, una banda di sfiduciati in cerca di una guida. Solo Krypto stesso, che ha mangiato un pezzo di kryptonite classica, non li ha. Almeno fino a che non la espelle. Come farà a salvare i veri supereroi imprigionati dagli animali cattivi?

I punti di arrivo sono basilari: fare squadra, accettarsi, scoprire il proprio potenziale e il fatto che in chiunque c’è grandezza (non a caso la voce di Krypto è di The Rock che fa di questo un mantra). Materiale elementare trattato in maniera elementare anche dal punto di vista del disegno. Inspiegabilmente DC League Of Superpets sembra il risultato di una produzione povera, con fondali scarni, espressioni al minimo, character design per nulla inventivo. In tutto e per tutto un film povero, nonostante poi abbia l’ambizione di rivolgersi ad un target esperto, cioè di genitori appassionati che conosco bene i fumetti e colgono le tante strizzate d’occhio o ironie a trame del mondo DC, i quali portano al cinema i bambini per introdurli al loro mondo.

Unico dettaglio che si conquista del rispetto è l’idea che il porcellino d’India usato come cavia da Lex Luthor sia innamorato di chi l’ha prima sfruttato e poi buttato. In tutto e per tutto è una donna che è stata abusata, trattata male e sfruttata che continua a subire una forma malata di attrazione per l’uomo che non la rispetta e non ha nessuna intenzione di stare con lei. Il tema è portato con molta grazia ma introduce un’idea importante riuscendo a non essere mai pesante ma al tempo stesso a dirlo con forza e convinzione. Cosa che non si può dire degli altri temi più scontati e abusati.

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