JLA: La Torre di Babele, la recensione
Ne La Torre di Babele la JLA deve affrontare Ra's al Ghul, in grado di approfittare dei punti deboli di ogni supereroe per colpa di... Batman?
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Ra's al Ghul vuole gettare il panico sul pianeta (come suo solito, altrimenti che razza di terrorista sarebbe?) e decimare la popolazione mondiale per rendere la vita sulla Terra più sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo ha ideato un piano che prevede il caos su scala globale grazie a un virus in grado di distruggere il linguaggio, prima in forma scritta e poi parlata; si tratta di un'idea narrativa ingegnosa, che permette di mostrare le catastrofiche conseguenze di un simile evento, una minaccia originale e che potrebbe realmente causare lo sterminio di milioni di umani.
L'elemento più sorprendente della vicenda è la provenienza dei dati grazie ai quali Ra's al Ghul ha scoperto come attaccare la JLA: la figlia Talia è riuscita a sottrarli - in un episodio tratto da JLA: Secret Files, perfettamente integrato all'interno della vicenda principale - dal database che aveva creato Batman come precauzione nel caso in cui i suoi compagni dotati di superpoteri perdessero il controllo o finissero sotto l'influsso mentale di qualche malvagio. Questa scoperta inserisce nella vicenda anche una riflessione etica, portando tutti gli eroi a domandarsi se questo comportamento sia stato corretto, mentre la fiducia nei confronti dell'Uomo Pipistrello comincia a traballare.
La risoluzione finale di questa trama è spettacolare quanto ci si aspetterebbe da un ciclo così epico, ma la sceneggiatura va ben oltre, con il vero climax ambientato all'interno della base della Justice League: è qui, infatti, che tutti i membri del supergruppo devono esprimere il giudizio sul mantenere o meno Batman all'interno del team. Ed è proprio l'epilogo il passaggio più teso di tutta la vicenda, con dialoghi affilati e i protagonisti di fronte a un dilemma etico, in cui entrambe le fazioni hanno le loro valide motivazioni.