David Bowie - L'uomo delle stelle, la recensione
Recensione di David Bowie - L'uomo delle stelle, di Lorenzo Bianchi e Veronica Carratello
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
David Bowie è Starman, l'uomo delle stelle di una delle sue canzoni più famose, tratta dal suo disco capolavoro, Ziggie Stardust. Non può essere uno di noi un artista così poliedrico, con così tante identità. Sembra pensarlo anche Lorenzo Bianchi, sceneggiatore di questo volumetto edito da Nicola Pesce Editore, disegnato da Veronica Carratello. Ce lo mostra infatti in ognuna di queste sue identità, saltando con la narrazione di epoca in epoca, di era in era: prima come un uomo uscito da grandi difficoltà personali, rinato negli anni Ottanta, per poi tornare indietro, alle origini di quella crisi ormai superata. L'artista pop e il rocker si alternano sulla pagina, mostrandoci i vari volti di un grande della musica. Ma c'è anche un uomo, dietro le quinte, un mistero da svelare. Legato alla morte del fratellastro, ci cui Bowie non ha mai voluto parlare, fino ad anni recenti; un uomo a cui manca molto una figura paterna, amata e rimpianta e che nasconde il proprio vero volto, forse. E con esso un segreto forse più oscuro, un legame con una parte di sé a cui ha dato vita e da cui ha voluto separarsi, un legame mai reciso fino in fondo, mai risolto.
Assume toni onirici, a volte, questo ritratto personalissimo e molto molto romanzato di David Bowie. Un atto d'amore, senz'altro, che Bianchi ha tributato a una figura davvero di culto del passato e del presente. Belli i disegni della Carratello, spigolosi, duri, di un bianco e nero sporco ed espressivo. Brava e caricaturale nel ritrarre il protagonista e i vari volti noti dell'entertainment che incontra nella storia, la disegnatrice ci guida senza intoppi e con grande coerenza stilistica in una vicenda che forse si perde un po' troppo nell'affresco di una personalità, saltando tra i tempi e tra situazioni un po' slegate perdendo il filo del discorso. Bianchi immagina dialoghi, intreccia realtà e fantasia, costruisce un mistero a metà tra biografia e interpretazione esistenziale e onirica, cadendo nel tranello classico di questo genere di operazioni: risultare forse un po' oscuro per chi non conosce il personaggio in questione. I presupposti della trama rimangono irrisolti, con un finale aperto e molti punti di domanda, che non aiutano a farsi coinvolgere. Gli amanti di David Bowie, invece, avranno modo di apprezzare questa visione introspettiva e fantasiosa di un uomo che ha attraversato i decenni lasciando sempre un segno e ha caratterizzato il mondo della musica in modo indelebile. David Bowie - L'uomo delle stelle è un prodotto ben confezionato, non privo di difetti, un lavoro molto sentito e personale di due autori capaci e giovani che da cui, sicuramente, possiamo aspettarci passi in avanti e prove sempre più convincenti.