Darth Vader #1, la recensione - Articolo del 12 giugno 2017 - 158420
Abbiamo recensito per voi Darth Vader #1, scritto da Charles Soule e disegnato da Giuseppe Camuncoli
Riassunto delle puntate precedenti: nell’universo di Star Wars, le vicende di Episodio III: La Vendetta dei Sith si sono appena concluse. L’ex Jedi decaduto Anakin Skywalker scopre la gelida nuova esistenza che gli si para davanti come Darth Vader, apprendista Sith al fianco dell’Imperatore Palpatine e, subito dopo di lui, alla guida del neonato Impero Galattico.
Questo duplice preambolo è necessario per esaminare la nuova proposta della Casa delle Idee dedicata al villain più famoso della Storia del Cinema, in quanto i pregi del nuovo numero #1 di Darth Vader emergono soprattutto e più facilmente tramite un confronto diretto con il suo predecessore. Questo non significa che la cavalcata di Gillen e Larroca sia da considerarsi poco riuscita o sgradevole, tutt’altro; ma che sia per scelta consapevole o semplicemente per un percorso narrativo istintivo, Charles Soule dà il via a una storia che sotto molti aspetti è diametralmente opposta a quella ambientata negli anni della Guerra Civile Galattica.
Inoltre, se Gillen sentiva la necessità di stemperare le tinte oscure della storia con un cast di comprimari più “leggeri” che portassero un po’ di humour - nero, sì, ma pur sempre humour - come Aphra e i suoi droidi, ogni tentativo di sdrammatizzare è assente nelle pagine del Darth Vader di Soule, che anzi indugia sugli aspetti più tenebrosi, non solo della vicenda personale di Anakin Skywalker ma anche della galassia tutta, con un rogo di spade laser iniziale non così lontano da quelli dei libri della Berlino nazista.
Il risultato è un promettente affresco a tinte molto fosche, una discesa agli inferi che fin dal primo girone promette di fare ben pochi sconti in termini di crudezza e oscurità. Difficile capire da questo primo numero se le cose “peggioreranno” ulteriormente; da un lato, appare improbabile che la tensione e le atmosfere cupe possano essere mantenute per tutta la durata della serie regolare, dall’altro, la sensazione che sia solo l’inizio è sufficiente a intrigare il lettore e a convincerlo a imbarcarsi in questo nuovo viaggio.
Due note aggiuntive: il Palpatine sceneggiato da Soule non è più il fugace ed enigmatico manipolatore che compariva solo a sprazzi nella saga di Gillen, ma un vero e proprio “Virgilio oscuro” in questa calata agli inferi, corrotto e inaffidabile come solo un Sith sa essere, e nonostante questo, unico appiglio e guida rimasta a un Vader che ormai ha perso tutto. Se, come speriamo, la figura dell’Imperatore avrà un ruolo da co-protagonista nella serie, le vicende dell’ascesa di Vader guadagnano un ulteriore valore aggiunto.
Secondo punto a favore: le tavole di Giuseppe Camuncoli, che riescono a evocare di volta in volta l’oscura maestà della rinascita di Vader, il fanatismo allucinato di Coruscant di fronte al rogo delle spade laser e le atmosfere sfuggenti e misteriose delle lezioni dell’Imperatore.
Difetti? I maniaci della continuity all’ultimo stadio non potranno fare a meno di notare che la famigerata scena del “Noooooooooooooo!”, in cui Vader apprende della morte di Padme, è stata in un certo senso “riscritta”: la furia di Vader si sfoga anche contro l’Imperatore stesso, cosa che dà adito a un primo scontro tra i due, e che fa inarcare al lettore un altro sopracciglio quando Palpatine “doma” Vader a suon di fulmini di Forza. Molti spettatori erano infatti convinti che i fulmini di Forza fossero letali per il corpo meccanico di Vader e che questo fosse alla base della spiegazione della sua rapidissima morte ne Il Ritorno dello Jedi. Vederlo incassare ora le folgori di Palpatine senza nessun effetto duraturo o rilevante genera qualche perplessità.
L’inizio della missione che l’Imperatore affida a Vader, infine, vede l’Oscuro Signore avventurarsi nel classico pianeta desolato dell’Orlo Esterno, in scenari tra il desertico e il fatiscente che abbiamo già visto diverse volte. Si spera che si tratti di una semplice transizione e che ci aspettino ambientazioni più esotiche o interessanti.
Si avverte inoltre la necessità di porre davanti a Vader delle sfide alla sua altezza, perché, come si suol dire, un protagonista è interessante nella misura in cui lo sono anche i suoi antagonisti (e nel fornire a Vader dei rivali degni di tale nome aveva faticato un po’ anche Gillen).
Vedremo come Soule e Camuncoli sapranno gestire queste sfide negli episodi a venire, ma l’esordio è ottimo: destinato a soddisfare sia gli estimatori di vecchia data dell’Oscuro Signore, alzando il sipario su un periodo molto interessante della sua vita, sia gli appassionati di Star Wars in generale, che avranno l’occasione di esplorare temi e momenti “storici” quasi inediti come la nascita dell’Impero Galattico e i primi anni del suo cosiddetto “oscurantismo”.