Darth Maul, la recensione

Abbiamo recensito per voi Darth Maul, volume Panini Comics che raccoglie l'omonima miniserie Marvel

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Darth Maul #1, anteprima 01

Quando si parla del percorso di crescita di un eroe, tendenzialmente è possibile notare alcuni paradigmi ricorrenti all'interno della sua maturazione, fattori che contribuiscono alla costruzione della sua identità e alla creazione di un suo posto nel mondo. L'eroe, per definizione, basa le sue azioni su atti devoti al bene: in grado di imparare dai propri errori e, vivendo un rapporto sano con l'eventuale mentore o con le prove da affrontare, è sempre orientato verso il raggiungimento di uno stadio superiore di consapevolezza. Cosa accade, però, quando viene raccontata la storia che segue l'evoluzione di un personaggio profondamente malvagio?

Cullen Bunn, non certo un novellino quando si parla del raccontare gli aspetti più cupi di un personaggio, unisce le forze con il disegnatore Luke Ross e del colorista Nolan Woodard per realizzare la miniserie Darth Maul, edita originariamente da Marvel in cinque spillati e raccolta da Panini Comics in un volume omonimo, dopo la prima pubblicazione sul mensile Darth Vader. L'apprendista sith è il centro nevralgico di una vicenda interessante, fatta di sotterfugi e omicidi, con il protagonista alla ricerca di una giovane padawan in compagnia di una banda di cacciatori di taglie.

Alla base dei personaggi di Star Wars legati in qualche modo alla Forza c'è sempre un profondo dualismo: il legame tra maestro e allievo, il rapporto tra Lato Oscuro e Lato Chiaro, il dissidio interiore di ogni apprendista tra volontà istrioniche e senso del dovere. Questa reiterazione del doppio, inteso come due facce della stessa medaglia, è profondamente leggibile nella storia scritta da Bunn, dove l'impazienza e la scarsa considerazione per gli ordini ricevuti di Maul è un contenuto ben noto ai fan della saga.

L'allievo di Darth Sidious è carismatico, in grado di polarizzare l'attenzione dei fan del franchise creato da George Lucas fin dalla sua apparizione, avvenuta in Episodio I - La Minaccia Fantasma, con un particolare riferimento alla scena del duello con Qui-Gon Jinn e il suo padawan Obi-Wan Kenobi. Di poche parole, rapido e preciso nei movimenti, il sith è pervaso da un odio profondo, sentimento che, insieme alla paura e alla rabbia, costituisce la spina dorsale del Lato Oscuro.

Darth Maul #3, copertina di Rafael Albuquerque

Tornando al parallelo con il cammino dell'eroe, quanto si legge nella miniserie è parte della formazione di un villain con tutti i crismi, in grado di incutere timore con la sola presenza; le sue azioni sono messe in scena molto bene da Ross e dai colori di Woodard, i quali riescono a raggiungere un buon equilibrio nella gestione degli aspetti più cupi legati ai bassifondi e quelli più splatter delle azioni violente, senza mai rendere il tutto posticcio agli occhi del lettore.

Pienamente consapevole delle peculiarità del protagonista, il team creativo lo pone nell'ambiente ideale in cui agire e infonde nel racconto parecchia azione. Non mancano però, soprattutto nella fase iniziale, momenti di introspezione: i monologhi interiori contribuiscono alla creazione di altre piccole sfaccettature - talvolta decisamente interessanti - di un personaggio che, a onor del vero, non ne sentiva un particolare bisogno.

Per questo motivo, nonostante l'impegno degli autori nell'esplorare gli oscuri esordi del personaggio, Darth Maul si adagia forse troppo sugli allori del "già noto", senza osare più di tanto e risultando priva di un effettivo mordente: il cartonato in oggetto racconta sì di una missione importante, ma non quella che cambierà per sempre la vita del protagonista. La sensazione, al termine della lettura, è di aver appreso una storia tra le tante, all'interno dell'universo di Star Wars, seppur con qualche curiosità da offrire.

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