Into Darkness - Star Trek: la recensione da fan della saga
Nei confronti della saga di Star Trek, Into Darkness - Star Trek risulta molto godibile ma troppo ancorato al passato...
LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER
Dopo quattro anni di attesa da quel film e a dispetto di come il finale lasciava intendere, “arrivare là dove nessuno è mai giunto prima”, Into Darkness riparte esattamente da dove la storia si interrompe riproponendo nuovamente, come centro delle vicende, la dicotomia tra Kirk e Spock, ancora incapaci di comprendersi l'un l'altro nei sentimenti e nelle azioni, fino ad arrivare a un punto di rottura, come da prassi per tutte le migliori coppie. Nel frattempo, quello che si delinea all'orizzonte è uno scenario geopolitico interessante, una federazione sempre più ai ferri corti con i Klingon e ancora ferita dalle azioni di Nero nel precedente episodio. Qui va il plauso al trio di sceneggiatori Orci, Kurtzman e Lindelof per aver dimostrato, nuovamente, una conoscenza certosina del canone sia per gli elementi di solo sfondo, sia per gli elementi cardine su cui poggia tutta l'avventura del film, dettata in parte dalle conseguenze del film del 2009, creando quindi un filo conduttore che risuona nell'intero Universo Trek, come accade nella realtà. Star Trek, in questo senso, è sempre stato molto realistico nel riuscire a mettere insieme gli eventi, grandi o piccoli che siano, per arricchire uno scenario che diventava sempre più ricco e tangibile, puntata dopo puntata. Gli sceneggiatori riprendono questo aspetto con mano ferma.
A dispetto dell'episodio precedente, risulta esserci molta meno azione e molti meno eventi concatenati, dando la sensazione che ci sia poco da fare per i personaggi del film. In realtà non si lesina certo sul lato avventuroso, i protagonisti sono sempre sotto il fuoco nemico e impegnati in combattimenti e inseguimenti, di stampo molto starwarsiano piuttosto che trekkiano. Tante le citazioni trek del film, ma anche citazioni cinematografiche, su tutte una fuga che ricorda I Predatori dell'Arca Perduta e un momento di intenso confronto tra Cumberbatch e Peter Weller che sembra uscito fuori da Blade Runner.
I protagonisti fissi si riconfermano scelte azzeccate e vincenti, divergendo dalle loro controparti originali in maniera sempre più netta, ma è giusto e doveroso che sia così per una maturazione di questa nuova serie, che non deve limitarsi a essere un ricordo della serie classica. In questo senso, le critiche che vengono rivolte allo Spock di Zachary Quinto (l'essere troppo emotivo) sono il risultato di una cattiva interpretazione di scelte di scrittura che distanziano i due Spock, dando a quello nuovo una dimensione più simile a quella di un altri due vulcaniani famosi: T'Pol della serie Enterprise e Tuvok della serie Voyager. Il Kirk di Pine porta a compimento il percorso di maturazione intrapreso nel primo film: il bulletto attaccabrighe diventa un uomo consapevole del grado e delle responsabilità che comporta sedere sulla poltrona del capitano. E mentre il resto del cast precedente si riconferma, benché senza particolari evoluzioni (molto significativo il personaggio di Pike - Bruce Greenwood - che riprende questo bizzarro ruolo di padre surrogato di Kirk), quel che delude sono le nuove aggiunte a partire da Alice Eve che risulta molto più sacrificata. Quando poi arriva il suo momento, la scena risulta eccessivamente enfatica e quasi fastidiosa.
Cumberbatch è chiamato a dover interpretare il cattivo ambiguo, dalle motivazioni apparentemente giuste e dai voltafaccia repentini. Risulta il maggiore difetto del film: non trasmette niente, risulta freddo e facilmente dimenticabile. Ben lontano dal Nero di Eric Bana e dalla sua passionale crociata iraconda. La sorpresa, mista però a rammarico, la regala Peter Weller, alla sua seconda incursione Trek dopo il breve momento di Enterprise, che interpreta il personaggio più interessante del film, ma anche uno di quelli più sacrificati e che avrebbe meritato maggiore spazio, portatore della tematica cardine del film: il terrorismo e la guerra al terrore. Altro rammarico è sicuramente l'assenza vera di una battaglia stellare, che veniva paventata nell'ultima parte della campagna marketing, ma che si rivela molto meno consistente del previsto, benché comunque la scena non lesini per spettacolarità.
Il film, nonostante le osservazioni di cui sopra, risulta comunque molto godibile. Non vi è dubbio che meriti di portare il titolo Star Trek: rispetta tutte le caratteristiche tematiche e visive della serie di fantascienza e sicuramente diventerà un classico, con il tempo. Ora, però, è giunto il momento di far finalmente partire questa saga cinematografica slegandola dai legami con il passato.