Dark Souls: Remastered, lodate i 60 FPS fissi – Recensione

Il capolavoro di From Software torna in forma quasi smagliante: la recensione di Dark Souls Remastered

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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La chiave di lettura, per comprendere al meglio quanto offerto dal publisher nipponico, è contenuta ed esplicitata nel titolo stesso del gioco: remastered, qualcosa, insomma, che si distacca piuttosto sensibilmente da ciò che è, invece, un remake. L’operazione di Bandai Namco effettuata sul famoso e apprezzatissimo titolo di From Software, in soldoni, è sensibilmente differente da quella attuata recentemente da Sony con Shadow of The Colussus, riproposizione che ha pesantemente e sensibilmente aggiornato, modificato il comparto grafico (e non solo) del capolavoro di Fumito Ueda.

Premessa certamente antipatica, la nostra, ma necessaria per raffreddare immediatamente gli animi di chi si aspettava miracoli e meraviglie da questa riedizione per PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e PC, di un gioco che ha pur sempre sette anni sul groppone e proviene da una generazione di console passata.

[caption id="attachment_185384" align="aligncenter" width="1000"]Dark Souls Remastered screenshot Purtroppo anche l’hud di gioco tradisce le sue antiche origini. Inspiegabilmente si ripresenta ad una risoluzione di soli 720p.[/caption]

Agli occhi di un giovane videogiocatore contemporaneo, salta subito agli occhi la complessiva povertà poligonale di cui evidentemente soffre Dark Souls: Remastered, così come la lunga serie di animazioni poco fluide, “difetti” ereditati direttamente dalla fonte originaria, che una semplice rimasterizzazione, ovviamente, non avrebbe mai potuto correggere.

A scanso di equivoci, il lavoro svolto per ripulire il comparto grafico di uno degli action/rpg più rivoluzionari degli ultimi anni è stato buono, seppur non eccelso.

Tanto per cominciare, con estrema gioia di tutti, il frame rate è finalmente granitico, ancorato, in qualsiasi situazione ai 60fps. Anche la maledetta Città Infame, location che più di altre metteva sotto stress il motore grafico nell’edizione originale, è finalmente esplorabile senza alcuna incertezza, sia quando si è da soli ad errare per le fatiscenti strade del borgo, sia quando si è braccati da uno o più avversari."Il lavoro svolto per ripulire il comparto grafico di uno degli action/rpg più rivoluzionari degli ultimi anni è stato buono, seppur non eccelso"

Su PlayStation 4 Pro, Xbox One X e PC di fascia alta, inoltre, si possono godere dei vantaggi apportati dal 4K, ma è proprio in quest’ambito che si iniziano ad intravedere le prime magagne di un porting effettuato, evidentemente, con tempi e budget ristretti. Tale definizione, difatti, non è nativa, ma upscalata, piccola sbavatura che resterà comunque invisibile ai più, scovata solo dai videogiocatori più puntigliosi e dotati di pannelli ben sopra la media.

Anche la definizione delle texture non è esente da critiche, vista la qualità altalenante con cui ci vengono riproposte. Superfici ottimamente riprodotte, si affiancano ad altre fin troppo impastate, chiaramente trascinate da una generazione di console addietro, senza aver subito praticamente alcun trattamento. Fortunatamente si tratta spesso di elementi di secondaria importanza. Avatar, NPC e nemici zampillano di dettagli, ma in certi casi, rarissimi per fortuna, il non perfetto lavoro di ottimizzazione, rende difficile persino distinguere tra loro gli elementi architettonici o le conformità dello scenario di turno.

Un plauso va invece fatto agli effetti luce, riprogettati praticamente da zero, così come ad alcuni effetti speciali e particellari.

Sul fronte ludico, questa remastered non ha intaccato di una virgola l’esperienza in solitaria offerta, a suo tempo, da From Software. Dalla risposta ai comandi, al level design, passando per la disposizione dei nemici sulla mappa e gli oggetti che è possibile reperire lungo la quest, tutto è rimasto intatto, esattamente dove lo avevate lasciato. Le uniche modifiche ravvisabili sono rivolte al multiplayer.

I server dedicati, oltre a rendere l’apparato online più snello e veloce che mai, hanno reso possibile un netto potenziamento di quest’ambito. Il sistema di password, ereditato da Dark Souls 3, permette, di fatto, di vivere in co-op con un proprio amico l’avventura. Aumentato anche il numero di invasioni possibili, ora settato su tre aiutanti, un ospitante e due giocatori ostili. Anche l’Arena consente ad un maggior numero di utenti di sfidarsi, con battaglie 3vs3 e il deathmatch fissato a sei partecipanti.

[caption id="attachment_185385" align="aligncenter" width="1000"]Dark Souls Remastered screenshot Siete pronti a scivolare nuovamente nella follia, morte dopo morte?[/caption]

Il voto che trovate a fondo pagina, insomma, si riferisce solo ed esclusivamente ad una remastered più che discreta, ma che avrebbe potuto essere ben più performante. L’upgrade è evidente, soprattutto in termini di frame rate, ma la superficialità con cui sono stati trattati altri ambiti del comparto grafico lascia tremendamente l’amaro in bocca.

Nulla da dire, al contrario, sul gioco in sé, incredibilmente capace di dire la  sua nonostante il tempo che passa, anche due sequel e un Bloodborne dopo. Se non avete mai avuto la fortuna e l’occasione di immergervi nel capolavoro firmato da Hidetaka Miyazaki, non abbiate paura: questa remastered ha dimostrato ancora una volta che siamo di fronte ad un gioco attualissimo, avvincente, incredibilmente impegnativo.

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