Daredevil Collection vol. 23: Echo, la recensione
Abbiamo recensito per voi il ventitreesimo volume della Daredevil Collection, contenente lo storyarc Echo
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Ci sono storie che appassionano, che ci fanno ridere di gusto o saltare sulla sedia grazie ai loro incredibili colpi di scena. Altre hanno il potere di guardarci dentro e spingerci a riflettere ogni qualvolta le rileggiamo. Echo, di David Mack, è una di queste: un’esperienza intima che si ripete non appena il nostro sguardo si sofferma sulle sue splendide tavole.
Dopo averla vista in azione in Parti di un buco, arco narrativo scritto dallo stesso Mack per i disegni di Joe Quesada, Maya è tornata a New York per cercare di ricostruire un rapporto con il Diavolo di Hell’s Kitchen; come presto scoprirà, però, la vita dell’avvocato cieco è ormai andata avanti.
Sfogliando questo fumetto dalla delicatezza disarmante, riviviamo i momenti più toccanti di un’esistenza vissuta nel silenzio, indagando ogni espressione dei volti, dei corpi e seguendo la scoperta del mondo della piccola Maya, che si domanda che rumore facciano gli eventi che la circondano. Sebbene lo sviluppo del racconto non presenti grandi spunti di originalità, non si può fare a meno di provare empatia per una vicenda segnata incontrovertibilmente dalla morte e dal dolore, un percorso tumultuoso di crescita che solo nel finale liberatorio sembra trovare un po' di pace.
Se il primo livello di lettura offre una vicenda dallo sviluppo lineare, guardando tra le pieghe di questa storia emerge una riflessione sul disegno e sul potere comunicativo del medium Fumetto, qualcosa che non si trova tutti i giorni in fumetto di super eroi. Se Maya è alla ricerca di un linguaggio per narrare le sue storie, David Mack utilizza segni, reminiscenze, sensazioni, colori e ogni altro strumento a sua disposizione per dare forma alla sua.
L'artista abbandona infatti la griglia canonica per abbracciare soluzioni pittoriche di grande impatto emotivo che mescolano diverse tecniche. Il risultato è un'opera che vive di simboli e rimandi, un intreccio di riflessioni intime che creano suggestioni ammalianti. Passando da semplici schizzi a veri e propri collage, da dipinti cubisti a ritratti espressionisti, l'autore di Kabuki ci conduce in un viaggio denso di fascino in cui il segno diventa il punto focale della storia.
Difficilmente il Fumetto popolare raggiunge picchi artistici così alti, coniugando inoltre riflessioni mai banali e un gusto estetico raffinato. Echo riesce a sublimare in ogni pagina questa sintesi, consegnandoci un volume che reclama grande attenzione da parte del lettore per essere apprezzato fino in fondo.