A Dangerous Method - la recensione
[Venezia 2011] Dialogatissimo e molto centrato sul contrasto tra i due psicoanalisti, il nuovo film di David Cronenberg non sembra girato da lui...
Se non è la carne, è il delirio mentale. Nei casi migliori sono entrambi.
Cronenberg fa una scelta radicale (per lui) e gira un film tutto parlato, in cui la componente immaginifica non va più in là delle potenzialità e delle velleità di qualsiasi altro regista mestierante. Ma se all'inizio i dialoghi sono particolarmente evocativi e riescono a raccontare di più di quel che dicono, proprio assecondando l'immaginario cronenberghiano di mutazioni, contatti epidermici e fuoriuscite dal corpo, con il procedere del film questo viene sempre meno per lasciare spazio alla battaglia dialettica tra i tre. Questo, nemmeno a dirlo corrisponde anche ad un drastico calo del fascino del film.
Insomma, un film che galleggia nella medietà. Imperdonabile per uno come Cronenberg: era meglio un fallimento epico.