Dance in the Vampire Bund 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume del seinen Dance in the Vampire Bund, di Nozomu Tamaki

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dance in the Vampire Bund 1, anteprima 01

A partire dallo scorso febbraio, J-POP ha cominciato a proporre una nuova edizione in sette volumi di Dance in the Vampire Bund, di Nozomu Tamakimangaka molto seguito in Italia; l'opera, infatti, non era stata completata dal precedente editore titolare dei diritti. Questo seinen per adulti è stato originariamente pubblicato in Giappone sulla rivista Monthly Comic Flapper, edita da Media Factory, dal 2005 al 2012, e da esso è stata tratta una serie anime, distribuita nel nostro paese da Dynit.

Le scene di violenza e quelle a sfondo erotico non mancano di certo nell'albo, ma contribuiscono a distinguere con decisione questo titolo dalle più recenti opere dedicate ai succhiasangue appartenenti ai più disparati media, spesso accomunate da un melenso romanticismo.

L'attrazione e l'affetto non mancano, va detto: uniscono i due protagonisti, la principessa dei vampiri Mina Tepes e la sua guardia del corpo, il licantropo Akira Kaburagi. Il rapporto che li lega è tuttavia complesso, complicato dal protocollo di corte e dalle regole della cosiddetta realpolitik.

Mina, benché abbia l'aspetto di un'adolescente, è in realtà la centenaria sovrana del suo popolo; un personaggio forte e affascinante, molto ben delineato sia da un punto di vista estetico che interiore. Il suo comportamento non è lineare, così come le decisioni che prende risultano difficilmente intuibili. Su tale imprevedibilità l'autore costruisce con successo le trame che si sviluppano nel corso dei dodici capitoli raccolti in questo primo, corposo volume.

Dance in the Vampire Bund 1 è fumetto ricco di colpi di scena, intrigo e azione; costruito con bravura mediante una continua variazione di ambientazioni, situazioni e sentimenti, è una miscela vincente di drammaticità e leggerezza.

Risulta spontaneo, nel corso della lettura, abbandonarsi completamente al fluire del racconto, aiutati dalla dinamicità delle tavole di Tamaki e dalla recitazione dei suoi personaggi. Il segno pulito dell'autore, essenziale ed elegante, sostiene senza fronzoli una narrazione che non conosce cali di tensione.

Per contenuti e forma, si tratta senza dubbio di un prodotto mainstream e, come accade per quelli di provenienza nipponica, possiede una sorta di effetto “busta di caramelle”: riesce infatti a creare un momento di svago e di golosità difficile da saziare. Non importa da quante pagine sia composto il brossurato (quasi quattrocento): non bastano mai.

Dance in the Vampire Bund 1, anteprima 02

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