Dampyr 227: Pirati!, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dampyr 227: Pirati!, pubblicato da Sergio Bonelli Editore
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il numero di Dampyr uscito in edicola il 5 febbraio si apre con uno splendido pezzo del suo editor e prima penna Mauro Boselli che commemora la scomparsa del compianto Andrea G. Pinketts, avvenuta lo scorso 20 dicembre.
Harlan Draka, Kurjak e Tesla vi approdano a causa della richiesta d'aiuto di un amico locale di Caleb Lost: sono avvenute strane sparizioni di marinai e villeggianti, alcuni dei quali ritrovati cadaveri, con la gola squarciata e senza una goccia di sangue in corpo. Gli indizi non sembrano lasciare dubbi ai nostri eroi. In effetti, una ciurma di bucanieri del secolo d'oro delle loro imprese, il XVII, è tornata misteriosamente in azione seminando il panico nelle acque della zona. Sono i superstiti di un equipaggio di avventurieri di quell'epoca lontana, condannati a covare vendetta in un’eternità di dolore, tra le profondità del mare e nel buio del loro vascello sommerso.
Pirati! è senza dubbio un interludio all'interno dell'avvincente saga dampyriana, che si è fatta recentemente sempre più incalzante e ricca di colpi di scena. Come tipologia di racconto, legato alla continuity ma nato come sviluppo secondario del filone principale della macro-trama, è certamente una delle prove più sfidanti per scrittori e illustratori, che devono realizzare un prodotto allettante e godibile quanto un capitolo fondamentale all'interno del immenso universo horror - fantasy, creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo quasi vent'anni fa.
Per queste ragioni merita un plauso speciale lo sceneggiatore e soggettista Giulio Antonio Gualtieri, che riesce a ricamare un intreccio intrigante e coinvolgente, imprimendo alla vicenda un ritmo incisivo e spesso tamburellante, come ci hanno abituati le serie televisive di oggi. Lo stesso vale per il lavoro dell'artista Simone Delladio, artefice di un tratteggio sontuoso e di veri e propri virtuosismi tecnici di chiaroscuro, offrendoci una potenza espressiva e recitativa encomiabili.
Dulcis in fundo, un'inevitabile menzione speciale per Enea Riboldi e per la sua 227a ficcante copertina: un invito semplicemente irresistibile ad acquistare il brossurato.
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