Dampyr 217: Yossele il muto, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dampyr 217: Yossele il muto, di Mauro Boselli e Fabrizio Longo
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'ultimo numero di Dampyr spalanca le porte su uno scorcio del passato più segreto di Praga, riallacciandosi agli albori della serie; per la precisione alla quinta uscita, Sotto il ponte di pietra (agosto 2000), firmato dall'editor e prima penna del personaggio, Mauro Boselli, e da un veterano del Figlio del Diavolo, Luca Rossi.
Yossele il muto è dedicato al mitico gigante di argilla del folclore giudaico. Per oltre sessanta pagine, Boselli ripercorre la storia dell’erculeo e mite automa fornendo la spiegazione dampyriana a ciò che riporta da sempre la tradizione, ovvero della sua degenerazione in un mostro folle e inesorabile, seminatore di morte e distruzione.
In seguito, il piano temporale diventa stabilmente il nostro presente ed entrano direttamente in campo le potenze infernali, impersonate dall'astuto Abigor, Gran Signore degli Inganni, e soprattutto dal Duca Nergal, uno dei nemici più implacabili e mortali del protagonista, il Maestro della Notte a capo della polizia segreta degli Inferi. A fronteggiarli, le forze del bene: Harlan Draka e lo stesso Rabbi Loew, spalleggiati dall'amico Caleb Lost, il potentissimo amesha, l'angelo direttore e guardiano del Teatro dei Passi Perduti.
Quello che sembrava un episodio di intermezzo e di evasione dal filone narrativo primario, esplode in uno scontro epico e diventa un capitolo seminale che si richiude con un esito inaspettato, sconvolgente e forse determinante per il futuro dell’intera saga.
Boselli scatena ancora una volta la sua singolare arte affabulatoria e cesella l'ennesimo prezioso albo che si aggiunge alla fantastica rappresentazione horror fantasy a cui, esattamente diciotto anni fa, ha dato vita insieme a Maurizio Colombo.
Il supporto dei disegni di Longo è fondamentale: la sua classe e la sua tecnica sono imprescindibili per conferire a Yossele il muto la giusta aura di magia e di mistero; il suo tratto levigato e intenso conferiscono alle tavole l’essenziale e conturbante patina che il tempo e la leggenda hanno conferito a una delle figure più suggestive e intramontabili della letteratura e dell'immaginario fantastico mondiale.