Dampyr 215: Chinatown, la recensione
L'ultimo numero di Dampyr, intitolato Chinatown, introduce un nuovo, strepitoso Maestro della Notte
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L’appuntamento del mese corrente con la testata regolare di Dampyr è arrivato puntuale in edicola lo scorso 3 febbraio, e porta ancora la firma di Claudio Falco ai testi, come il precedente numero 214, Il giocattolaio.
Lo sceneggiatore di origini napoletane trova l’ennesima, felice ispirazione orientandosi alla cultura e al folclore cinese. Lo spunto gli viene offerto dal fascino di una creatura fantastica come la Huli Jing, lo spirito volpe; trattasi di una figura mitologica che appartiene all’immaginario di tutto l’Estremo Oriente. Il Demone Volpe a nove code incarna l’antagonista principale nel manga Ushio e Tora, di Kazuhiro Fujita, mentre in Naruto, di Masashi Kishimoto, viene intrappolato nel corpo del protagonista.
Falco approfondisce e mette in risalto soprattutto l’aspetto squisitamente femminile dell’essere soprannaturale ed esalta la sua sensualità e la straordinaria forza seduttiva, così come la sua crudeltà: tutto preannunciato dall’ammiccante copertina di Enea Riboldi. Il risultato è una nuova e potentissima Maestra della Notte, Ah-Toy, bella quanto terrificante, che cattura l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine.
Le infonde corpo, incanto ed energia il tratto raffinato e graffiante di Luca Raimondo, artista che apprezziamo sul personaggio di Mauro Boselli e Maurizio Colombo da almeno dieci anni, sin dall’esordio avvenuto in La macumba dei narcos (Dampyr 92, novembre 2007), scritto da Luigi Mignacco. Lo studio e la cura dimostrati sul soggetto di Ah-Toy sono superlativi, così come la qualità e l’intensità di ogni tavola che compone questo fumetto.
Chinatown è nel suo complesso una storia che intriga e coinvolge sin dal prologo, che spiega gli antefatti della vicenda. L’ottimo soggetto è come sempre supportato da una sceneggiatura solida, spumeggiante e cinematografica. Siamo dunque di fronte all'ennesimo riuscito tassello della saga dampyriana.