Dampyr 201: Black Annis!, la recensione
Dampyr 201: Black Annis! è il secondo capitolo dell'elettrizzante trilogia iniziata con lo storico numero 200
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nella stessa notte in cui accadono le vicende di La legione di Harlan Draka, gli amici del protagonista - tra cui l'archeologo Matthew Shady, il corpulento Murphy, Stuart Morison e suo padre Ayldon (principe del popolo fatato degli Shee del folclore irlandese) e il detective di Scotland Yard Simon Fane - si trovano a fronteggiare al Globetrotters Club i terrificanti Tylwyth Teg (l'analogo degli Shee o Sidhe delle leggende gallesi) e la loro oscura signora, colei che dà il titolo all'albo: Black Annis.
Questo numero segna un altro vertice qualitativo, nonché un punto di svolta fondamentale della saga, sciogliendo alcuni riserbi attorno al destino della scrittrice discendente di Amber Tremayne e del figlio Aurelio Ambrosio. Mai prima d'ora le era stato dedicato tanto spazio in un episodio e la curiosità è stata soddisfatta attorno a questo misterioso e intrigante personaggio di cui sentiamo parlare da quindici anni esatti, sin dal 21° albo della serie, intitolato Transylvanian Express e pubblicato nel dicembre 2001.
L'artista milanese è in grado di offrirci una varietà stupefacente di soggetti distinti e di ambientazioni così differenti da risultare - insieme ad altri senatori come Mario “Majo” Rossi, Luca Rossi o Maurizio Dotti - uno dei più grandi interpreti della testata.
Pagina dopo pagina, in Dampyr 201 l'esito finale della lotta tra bene e male si fa più incerto che mai travolgendoci nei meandri del Multiverso. È la resa dei conti con la regina di Annwn, in cui non possono mancare all'appello i suoi alleati e i nemici mortali: una sfida giocata su una scacchiera iperdimensionale all'ultima mossa, all'inganno più sottile, al fatidico colpo di scena.