Dampyr 197: La vendetta di Severa, la recensione
In La vendetta di Severa si sciolgono intrecci fondamentali della saga di Dampyr e se ne tessono altrettanti...
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Dal titolo dell'albo dedicato all'epiteto romano originario, la potente strega ha perso il confronto nel proprio mondo, quello di Annwn, ma è decisa a vendicarsi spostandolo in Britannia. Riuscirà purtroppo a prendersi alcune, tremende rivincite.
Morda irrompe tra le pagine con una coppia di colpi da maestro (della Notte, aggiungiamo noi). I componenti della sua razza si fanno più numerosi sul finire della storia, con l'apparire di Draka e poi di Sho-Huan. Sì, anche il potente viaggiatore multidimensionale è legato in qualche modo al mito di Artù tramite un suo avo. É pronto dunque a schierarsi al fianco di Black Annis per lo scontro decisivo con i comuni nemici.
L'arte e il talento di Marcello Mangiantini - un veterano di Sergio Bonelli Editore cresciuto nella palestra di Zagor e alla seconda esperienza con il Figlio del Diavolo dopo La nebbia di Luigi Mignacco (Maxi Dampyr n.7, luglio 2015) - sono concentrati nell'intensità grafica che non viene mai meno in ogni tavola. È uno stacco netto per stile e tratto dall'episodio precedente, illustrato da Dario Viotti, ma in completa sintonia per qualità espressa.