Dampyr 197: La vendetta di Severa, la recensione

In La vendetta di Severa si sciolgono intrecci fondamentali della saga di Dampyr e se ne tessono altrettanti...

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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É andata in scena il 3 agosto in tutte le edicole La vendetta di Severa, secondo e conclusivo atto dell'avventura iniziata lo scorso mese con Dampyr 196. Abbandonati come l'amico di Harlan, l'archeologo Matthew Shady, siamo rimasti in sospeso sul più bello per le sorti del manipolo di eroi guidato da Aurelio Ambrosio e Taliesin il Bardo. Per bocca di Amber Tremayne - zia del protagonista che visse in prima persona l'impresa - veniamo ora a sapere come questa si concluse ai danni della regina dei Tylwyth Teg, la terrificante Black Annis.

Dal titolo dell'albo dedicato all'epiteto romano originario, la potente strega ha perso il confronto nel proprio mondo, quello di Annwn, ma è decisa a vendicarsi spostandolo in Britannia. Riuscirà purtroppo a prendersi alcune, tremende rivincite.

Entrano in gioco altri personaggi di spicco della saga arturiana, tutti rigorosamente con l'appellativo in gallese antico: Myrddin (Mago Merlino), Drustan (Tristano), Morgawse (Morgana) e suo figlio Medraut (Mordred). Questi ultimi rappresentano due pedine cruciale della trama, in cui viene mostrato l'amore illecito tra Gwenyfahr (Ginevra) e Llenlleawg (Lancillotto) e l'ascesa al trono del generale Artos (Artù).

Morda irrompe tra le pagine con una coppia di colpi da maestro (della Notte, aggiungiamo noi). I componenti della sua razza si fanno più numerosi sul finire della storia, con l'apparire di Draka e poi di Sho-Huan. Sì, anche il potente viaggiatore multidimensionale è legato in qualche modo al mito di Artù tramite un suo avo. É pronto dunque a schierarsi al fianco di Black Annis per lo scontro decisivo con i comuni nemici.

Degna conclusione di Le prede di Annwn, La vendetta di Severa è un fumetto denso di azione, trasporto, interesse. Mauro Boselli con procedere quasi scientifico, scioglie intrighi, soddisfa quesiti posti finora lungo l'intreccio ponendone nuovi e ancora più avvincenti, ampliando inoltre a dismisura i confini dell'opera sua e di Maurizio Colombo e trasformandola in un incredibile Horror-Fantasy.

L'arte e il talento di Marcello Mangiantini - un veterano di Sergio Bonelli Editore cresciuto nella palestra di Zagor e alla seconda esperienza con il Figlio del Diavolo dopo La nebbia di Luigi Mignacco (Maxi Dampyr n.7, luglio 2015) - sono concentrati nell'intensità grafica che non viene mai meno in ogni tavola. È uno stacco netto per stile e tratto dall'episodio precedente, illustrato da Dario Viotti, ma in completa sintonia per qualità espressa.

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