Dampyr 196: Le prede di Annwn, la recensione

Dampyr 196: Le prede di Annwn è un fumetto straripante, stupefacente, frutto di una documentazione capillare e di una grande lucida creatività

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Le prede di Annwn, storia uscita in edicola martedì scorso su Dampyr 196, si rivela un tassello fondamentale nella continuity della serie; dà infatti inizio a un arco narrativo di quattro episodi incentrati sul primo Dampyr apparso sulla Terra: Taliesin il Bardo. Il racconto si sviluppa a partire dagli indizi riguardanti il destino di Dolly Maclaine, rapita dalla terribile Black Annis, sovrana di Annwn, (il regno dei morti nell'antica cultura del Galles) e popolato dai terrificanti Tylwyth Teg. Appaiono nuovi testi a disposizione di Harlan Draka e dell'amico archeologo Matthew Shady. Alcuni appartengono alla scrittrice - una lontana parente del protagonista - e sono scritti in una lingua sconosciuta, ma che rimanda al brittonico, l'idioma parlato in Inghilterra durante l'occupazione romana.

Nell'albo ritroviamo tutti i personaggi incontrati lungo la serie e intrecciati su più livelli storici e poetici con la variegata epopea arturiana. Non può certo mancare l'affascinante Amber Tremayne, qui nelle vesti di Ambra, signora di Gwynedd. Non è tuttavia l'unica esponente della stirpe dei Maestri della Notte come potete immaginare. Giocano un ruolo rilevante anche il padre di Taliesin, Mordha e una vecchia conoscenza dei fan dampyriani, qui nei panni della Signora del Lago, colei che ha adottato e cresciuto il giovane Llenlleawg, l'alter ego gallese e fonte di ispirazione per Lancillotto. Anch'egli si unisce alla compagnia formata e guidata da Artos e Aurelio Ambrosio e composta da guerrieri del calibro di Manlio Artorio, Kei Bedwyr.

L'impresa è disperata, liberare l'amata di Ambrosio - Aidan del popolo dei Sidhe - e reimpadronirsi del magico calderone di Dagda. Per farlo, la squadra di eroi si imbarca sulla splendida Prydain (Britannia), immortalata nella copertina di Enea Riboldi e salpa dal porto della leggendaria Lyonesse. Annwn si può raggiungere solo via mare, attraverso un varco dimensionale accessibile al largo dell'oceano. A vegliare su di loro è ancora Amber, assunta la forma del possente Drago Rosso, il simbolo che da tempi immemori sventola sui vessilli dei comandanti celti e sullo stendardo di Artù.

Le prede di Annwn è un fumetto straripante, stupefacente. È il frutto di complesse e delicate trame intessute dal suo autore, Mauro Boselli, fin dall'esordio della creatura di cui condivide il parto con Maurizio Colombo. Appaga il lettore un lavoro figlio di una documentazione capillare e di un'erudizione sterminata. Per mezzo loro, l'editor di Dampyr è riuscito a ricostruire un proprio, personale e suggestivo universo fantasy fondendolo con il soggetto horror portante della testata. Espandendo l'intricata e frammentaria saga arturiana, dispersa in una mole di informazioni disseminate lungo ampie fasi temporali, distinti filoni letterari e molteplici aree geografiche, Boselli ha incrociato fonti, datazioni, elementi controversi e compensato con una straordinaria, lucida immaginazione.

Il tutto è incastonato nelle incantevoli tavole di Dario Viotti, una prova superba per il suo debutto sul titolo più eclettico di casa Bonelli. La fluidità del tratto e la qualità espressiva accompagnata alla cura del dettaglio, sono in linea con gli esigenti standard della casa editrice milanese. L'influenza estetica di Il Signore degli Anelli, facilmente riscontrabile, e la rigorosa adesione alla gabbia classica, sembrano trattenere talvolta, un talento naturale, esplosivo.

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