Damages: la recensione della serie completa

Ieri sera è andato in onda l'ultimo episodio di Damages: vi proponiamo una retrospettiva sulla serie, senza svelare cosa succede nel finale...

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Damages

Ieri sera è andato in onda negli Stati Uniti l'ultimo episodio di Damages: vi proponiamo una retrospettiva sulla serie, senza svelare cosa succede negli ultimi episodi.

Nell'estate del 2007 il canale via cavo FX inizia a trasmettere Damages, senza eccessivo clamore. La protagonista è Glenn Close, che reduce dalla sua esperienza nella quarta stagione di The Shield, approda a una serie tutta sua (lo stesso trattamento in casa FX è stato poi riservato a Timothy Olyphant, che da Damages si è spostato a Justified), nei panni della gelida Patty Hewes, avvocato di New York che ama trascinare in tribunale multinazionali e “bulli” dell'economia. E' un ruolo che fa urlare "Emmy, Emmy subito!".
La sua contro parte è Rose Byrne, che interpreta la sua giovane assistente Ellen Parsons, ingenua e dolce, ancora per poco.

L'incipit della storia è classico, ma folgorante, così come tutta la prima stagione: qualcuno ha tentato di uccidere Ellen Parsons dopo aver ucciso il suo fidanzato. Chi è stato e perché? Cosa collega il tentato omicidio al caso giudiziario di Arthur Frobisher (un sorprendente Ted Danson), magnate accusato di aver truffato i dipendenti della sua azienda? Intrecci, colpi di scena calibrati, tensione palpabile e la sensazione che nessuno sia davvero innocente. Il motto di Patty Hewes? "Non fidarti di nessuno".

Con la sua intricata struttura narrativa (che pure si concede a occasionali variazioni registiche e di stile), costituita da una storia fatta a pezzi e ricostruita tramite flashback e flashforward (antesignana, insieme a Lost, di quello che proveranno a fare molte altre serie più tardi - Revenge è, con i limiti del caso, solo l'ultimo esempio in ordine temporale), la prima stagione di Damages rimane la perfetta incarnazione del thriller in televisione.

Al momento della trasmissione dell'ultimo episodio non era ancora chiaro se la serie sarebbe stata rinnovata, ma gli autori avevano già in mente un piano: raccontare, nell'arco di tre stagioni, la crescita di Ellen Parsons e del suo rapporto con Patty. Da figlia amorevole a adolescente ribelle, fino a diventare una nemica adulta.

Le tre stagioni previste sono poi diventate cinque. Poco dopo la fine della prima stagione, infatti, FX decide a sorpresa di rinnovare la serie non per una, ma ben due stagioni. Sarebbe stato lo scenario perfetto per portare avanti la storia come pianificato, peccato che così non è stato.

La seconda stagione si difende dignitosamente dal confronto con la prima: la struttura narrativa inizia a stancare, il caso portante della stagione è meno interessante e sfilacciato, ma il cast è stellare (William Hurt, Marcia Grey Harden, Timothy Olyphant) e l'attenzione rimane concentrata sul punto di forza della serie, le due protagoniste, che dopo essersi rincorse per molto tempo giungono a un confronto finale che sembra porre fine al filone narrativo principale della serie.

La terza stagione, è subito evidente, diventa quindi problematica: senza una tensione sufficiente tra Ellen e Patty, il resto impallidisce, tra sottotrame che non portano da nessuna parte e colpi di scena ormai prevedibili, proprio per via dei continui flashback e flashforward, che sembrano addirittura inutili.
Gli ascolti calano vistosamente e a FX non resta che cancellare la serie. Forse l'ordine per due stagioni è stato un azzardo.

Ma a salvare la serie all'ultimo momento giunge DirecTV che, come già successo con Friday Night Lights della NBC, ordina due stagioni finali da 10 episodi.

Damages - Chris Messina e Rose Byrne

Passa un po' di tempo tra la terza e la quarta stagione: DirecTV non fa una grande pubblicità alla serie, che procede in sordina nell'indifferenza generale. La quarta stagione, nonostante l'introduzione nel cast di attori come Chris Messina e John Goodman, continua a soffrire dei problemi endemici che hanno caratterizzato la terza e, appesantita da un caso giudiziario incentrato sulla guerra in Afghanistan, risulta bene o male dimenticabile.

Per qualche tempo gli autori non sembrano convinti di voler chiudere con la quinta stagione; per fortuna ci ripensano e riescono a impostare un'ultima stagione in grado di lasciare un buon ricordo della serie.

Gli ultimi episodi (portando avanti come sempre un caso giudiziario ispirato alla realtà, quella di Julian Assange, questa volta) riescono a riportare alla ribalta il conflitto sopito tra Ellen e Patty, riprendendo direttamente (con una riscrittura un po' rischiosa) gli avvenimenti della prima stagione, evidentemente mai del tutto risolti. L'accento è posto sui temi più cari alla serie: vendetta, maternità, fiducia. Flashback e flashforward vengono ormai usati con molta parsimonia e sembrano più un vezzo strutturale a memoria degli anni passati che una vera esigenza narrativa, ma ogni storia è al servizio dello scontro tra le due protagoniste e pertanto l'interesse rimane alto per tutta la stagione, complice anche la gestione apprezabile del caso portante.
Rose Byrne ha acquisito una certa maturità e una confidenza non indifferente ed è riuscita nel corso degli anni a trasformarsi da ragazzina sempliciotta a stoica donna in carriera. Glenn Close, d'altra parte, continua a regnare, senza sorprendere.

Indubbiamente il succo della serie rimane la prima stagione: la serie ha detto quello che doveva dire nel corso dei primi 13 episodi (tanto che uno spettatore interessato a vederla ora potrebbe tranquillamente fermarsi lì), ma il resto, seppur a tratti superfluo (soprattutto terza e quarta stagione), è un'aggiunta fortunata che permette di arricchire la storia e raccontare qualcosa in più.

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