Daemon X Machina non è solo mecha porn, è ermetico nella narrazione, furioso nel gameplay - Recensione
Daemon X Machina è mecha porn, in tutto e per tutto, ma il giocatore gode non solo della vista del suo mecha, ma anche e soprattutto nello scatenare il suo potenziale bellico
Daemon X Machina: la recensione
C'è una profonda dicotomia tra l'anima narrativa e quella ludica di Daemon X Machina. La prima è ermetica, a tratti oscura, procede in maniera incredibilmente lenta e sembra quasi che le cose più importanti che avvengano lo facciano fuori da quello che il gioco racconta. Capovolge costantemente le prospettive, non esistono sempre buoni né sempre cattivi, anzi non esiste quasi la concezione di bene e male, perché in un contesto nel quale agiscono molteplici fazioni e ancor più mercenari i punti di vista, le necessità, gli ideali, sono vari e differiscono in maniera sensibile tra di loro. La seconda, invece, è diretta, veloce, furiosa, mette il giocatore nel bel mezzo di un inferno di proiettili, missili, laser, ed è perfettamente chiaro quello che deve fare, tirare giù quanti più nemici possibile, facendo affidamento su di un arsenale ricco e devastante. È quindi strana produzione quella sviluppata da First Studio, che funziona comunque benissimo, ma che con qualche elemento atto a legare maggiormente le due componenti, la cui mancanza è forse imputabile a un budget certamente non stratosferico, avrebbe potuto essere ancora più completa e profonda.
[caption id="attachment_199266" align="aligncenter" width="1280"] All'inizio il proprio Arsenal sembra quasi un giocattolone. All'inizio[/caption]
La progressione della storia viene raccontata principalmente nei briefing che precedono ognuna delle missioni attraverso le quali il gioco si articola, tramite dialoghi molto spartani nella presentazione, con una sola schermata nella quale si susseguono le linee dei personaggi, accompagnate solo da un loro piccolo ritratto. Poche le scene d'intermezzo, tra le missioni o al loro interno, che non di rado consistono sempre in dialoghi, ma nei quali si vedono semplicemente i piloti all'interno degli abitacoli dei loro Arsenal. Una maggiore cura in questi aspetti avrebbe sicuramente reso più efficace una trama che già di suo fa di tutto per essere oscura, ma che comunque intriga nel suo svolgersi, per quanto moltissimo di essa si sveli solo nelle ultime battute del gioco.
[caption id="attachment_199268" align="aligncenter" width="1280"] Le battaglie con gli Immortal più grossi sono sempre molto feroci[/caption]
Ma gli viene anche incontro, proponendogli una pletora di corazze e armi attraverso le quali migliorare il proprio Arsenal, che si sbloccano quando le si prendono ai nemici caduti e si sviluppano, attraverso molteplici rami, alla base. E qui si sbava, tantissimo, perché è possibile personalizzare il mecha in ogni aspetto, privilegiando la potenza di fuoco, la mobilità, la difesa e altri aspetti ancora, o creando un mix più o meno equilibrato, e soprattutto perché non si può rimanere impassibili di fronte al modo in cui un inizialmente modesto robot diventa una spettacolare macchine da guerra, grazie a componenti disegnati da una direzione artistica che fa di tutto per titillare i sensi.
"Daemon X Machina è mecha porn, in tutto e per tutto, ma il giocatore gode non solo della vista del suo mecha, ma anche e soprattutto nello scatenare il suo potenziale bellico"Daemon X Machina è mecha porn, in tutto e per tutto, ma il giocatore gode non solo della vista del suo mecha, ma anche e soprattutto nello scatenare il suo potenziale bellico. Inquadrare un bersaglio e scatenargli addosso in un istante una batteria di missili, che sibilano quando partono e ne seguono la scia, è estasiante. Come lo è, a munizioni finite, sfoderare una enorme spada laser e fare a fette i nemici. O volare tra le esplosioni delle macchine da guerra fatte saltare a colpi di mitragliatrice. O schiantare le difese terrestri a botte di bazooka. O, forse in assoluto la cosa più eccitante, caricare al massimo il devastante cannone laser montato sulle spalle e poi rilasciarlo, facendo scempio dei nemici. E il gioco stimola a variare il proprio arsenale, grazie a una soddisfacente varietà di situazioni. Non parliamo poi del caos che promette di scatenare la modalità multplayer, grazie alla quale fino a quattro giocatori possono combattere gli Immortal colossali in remix delle missioni della storia.
[caption id="attachment_199267" align="aligncenter" width="1280"] Audaci cromatismi danno al gioco un aspetto particolarissimo[/caption]
Se l'impatto scenico e l'azione riescono a essere così goderecci è anche merito di una tecnica efficace, di un cel shading che si esalta nei modelli dei robot (meno nel livello di dettaglio delle ambientazioni) e sfoggia coraggiosamente abbinamenti cromatici quasi stranianti e per questo estremamente affascinanti (alcuni livelli sotto questo aspetto sono sensazionali). Si sfreccia attraverso cieli turchesi, si calpestano distese bianco chiazzate di rosso, si combatte in un mondo estremamente vivido, accompagnati da una colonna sonora sorprendente per varietà, che si concede persino escursioni in zona black metal. Ed è un po' l'essenza di Daemon X Machina essere più di quello che sembra, segno questo di una forte identità, concettuale, artistica e ludica; una maggiore coerenza narrativa lo avrebbe reso ancora più completo, ma già così siamo dalle parti di un'esperienza ludica irrinunciabile.