Cyrus - La recensione

Un quarantenne impegnato in una relazione deve fronteggiare le difficoltà poste dal figlio di lei. Pellicola ben recitata, ma che avrebbe potuto essere più coraggiosa...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Cyrus
RegiaJay Duplass, Mark Duplass
CastJohn C. Reilly,    Jonah Hill, Marisa Tomei, Catherine Keener, Matt Walsh
Uscita10-12-2010  

Se c'è una cosa che si può dire senza timore di smentite, è che Cyrus è in tutto e per tutto un film della Fox Searchlight. Cosa contraddistingue i loro titoli (Little Miss Sunshine, Juno, 500 giorni insieme)? Generalmente, partono tutti da sceneggiature e dialoghi ben scritti, con attori notevoli e che danno vita a prodotti interessanti e popolari. Ma difficilmente vediamo qualcosa di veramente forte e che si spinge in direzioni coraggiose, nonostante sulla carte le premesse ci siano tutte.

Cyrus rientra decisamente in questa categoria, anche se con qualche variazione. Un suo indubbio merito è quello di non essere troppo ruffiano e piacione. Sarebbe stato semplice cadere nel banale e nelle risate facili, ma per fortuna questo non avviene praticamente mai. Invece, è bello notare come tante cose non dette rimangano tali e rendano più profondi i protagonisti della storia.

Tutto questo però non può portare a difendere la mancanza di coraggio della pellicola, per cui tante potenziali strade interessanti alla fine non si concretizzano. Una su tutte: come è possibile che il personaggio di John C. Reilly parta come un disastro di essere umano, che è un misto di asociale e stalker, per poi rivelarsi praticamente subito una persona fantastica? D'accordo, frequentare Marisa Tomei (e non mi fate ricominciare a parlare di come tante pellicole indipendenti con sfigati li portino poi ad avere donne bellissime al fianco, alla faccia del realismo) aiuterà sicuramente, ma forse qui si esagera. In questo senso, il possibile confronto con una pellicola simile come Greenberg si rivela decisamente a vantaggio di quest'ultima.

Per fortuna, ci sono gli attori, come spesso avviene in questi casi la vera anima della pellicola. Sempre difficile dire chi sia più bravo tra Marisa Tomei (ormai una beniamina di chi cerca un tipo di cinema diverso), John C. Reilly e Katherine Keener (unico dubbio nel rapporto tra questi ultimi due, ricordano troppo certe coppie divorziate di Wooody Allen, fin troppo vicine nei loro rapporti anche dopo la separazione).

Ma chi stupisce completamente è Jonah Hill. Uscendo dalle commedie grossolane ed eccessive (non è una critica, ma una semplice constatazione), dimostra una maturità espressiva inedita e che lascia veramente ben sperare sul suo futuro. Peccato che il suo conflitto con John C. Reilly risulti fin troppo semplice e poco elaborato, con uno scontro poco convincente e un finale che vorrebbe essere aperto ma che in realtà è troppo buonista.

Insomma, pellicola gradevole e discreta, ma poteva essere ben altro prodotto. Peccato...

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