CYGNI: All Guns Blazing, la recensione
CYGNI: All Guns Blazing fallisce in alcuni degli aspetti principali di uno shoot-em up, ma con una messa in scena da urlo
Nelle ultime generazioni lo shoot-em up verticale è sparito dagli scaffali, diventando sempre più un genere di nicchia vincolato a poche produzioni asiatiche. I bei tempi di Ikaruga, rispolverato anche su piattaforme di attuale generazione, sembrano mancare particolarmente a Keelworks, che ha deciso di sfoggiare tutti i muscoli che aveva a disposizione per pubblicare (grazie a Konami) la propria opera prima.
E vi dirò di più, fin dal trailer è stato ben chiaro che CYGNI: All Guns Blazing è un progetto mirato a un pubblico molto specifico, ovvero tutti gli orfani degli arcade shoot-em up. Ma sarà riuscito nel suo intento di ridefinire il genere e di riportarlo alla ribalta? Scopriamolo insieme in questa recensione in anteprima.
CYGNI: da solo contro l'universo
La trama di CYGNI: All Guns Blazing è il collante di sette livelli ricchi di esplosioni e nemici. Siamo tra i pochi sopravvissuti di una colonia sul pianeta CYGNI, decimata da un attacco a sorpresa di una potente razza aliena biomeccanica. Nei panni di uno degli ultimi piloti su una delle pochissime portaerei rimaste nella flotta, saremo l'unica linea di difesa contro il bombardamento alieno.
Portando a termine gli stage a qualsiasi difficoltà, otterremo dei miglioramenti per la nostra astronave, così da poter riaffrontare i livelli già superati e procedere a potenziarci ancora di più. La campagna principale dura sette livelli, al termine dei quali verrà sbloccata una modalità arcade secondaria in cui diventare ancora più forti. Una sfida crescente ma che, come vedremo tra poco, pecca nella durata complessiva degli stage, soverchiando spesso il giocatore con fin troppi elementi a schermo per troppo a lungo.
Se c'è una cosa che non si può criticare è sicuramente la messa in scena. Tutto quello che accade a schermo è spettacolare, dalla prima esplosione all'ultimo proiettile sparato. Nemici, boss enormi che si susseguono, musica costante e tantissima adrenalina, forse troppa, investono il giocatore per circa venti minuti di livello, lasciandolo esterrefatto e carico a mille. Il sound design è curato nel dettaglio e, qualora affrontiate l'esperienza su PlayStation 5, potete migliorare il tutto con le cuffie Pulse 3D.
L'eroe che voleva ridefinire le basi dello Shoot-em Up
CYGNI non chiede mai di essere chirurgici come in altri shoot-em up del passato, ma bisogna essere efficaci. L'arma speciale non va tenuta per il boss, ma va utilizzata il prima possibile, per non rischiare un game over precoce. Purtroppo nella nostra settimana di prova, non sono riuscito a provare la cooperativa a due giocatori in locale, ma alcuni nemici a schermo mi sono sembrati studiati apposta per affrontare il gioco con un amico seduto al nostro fianco.
Anche se è un titolo d'esordio, ci sono alcune piccole sbavature che descriverei come degli scivoloni. La lunghezza dei livelli va contro la rigiocabilità insita nel genere, ammazzando la voglia di riprovare a migliorare il proprio punteggio. Certe battaglie sono talmente asfissianti che necessitano un respiro e una pausa dopo essere state superate. Oppure, la completa assenza di checkpoint potrebbe seriamente risultare snervante, soprattutto ai giocatori alle prime armi che hanno affrontato un quarto d'ora di sparatutto senza pause. Infine, l'ultimo difetto lato visivo, è una differenziazione dei proiettili dai frammenti di nemici sconfitti: il team ha deciso di utilizzare la stessa gamma di colori, causando una confusione atroce negli occhi del giocatore.
Alla fine CYGNI: All Guns Blazing casca sulle proprie promesse. Nonostante però fallisca in alcuni degli aspetti principali di uno shoot-em up, visivamente siamo di fronte a uno degli esponenti del genere migliori mai realizzati. Il successo dell'aspetto visivo e sonoro è una delle motivazioni che può spingervi a dare una chance a quest'opera prima, così che Keelworks possa in futuro mostrare i muscoli in qualcosaltro.